Pagina:Guarini, Battista – Il Pastor fido e il Compendio della poesia tragicomica, 1914 – BEIC 1841856.djvu/102

da te parto e non moro? E pur i’ provo

la pena de la morte
e sento nel partire
un vivace morire,
che dá vita al dolore
per far che moia immortalmente il core.

SCENA QUARTA

Amarilli.

O Mirtillo, Mirtillo, anima mia,

se vedessi qui dentro
come sta il cor di questa
che chiami crudelissima Amarilli,
so ben che tu di lei
quella pietá, che da lei chiedi, avresti.
Oh anime in amor troppo infelici!
che giova a te, cor mio, Tesser amato?
che giova a me l’aver si caro amante?
Perché, crudo destino,
ne disunisci tu, s’Amor ne strigne?
e tu, perché ne strigni,
se ne parte il destin, perfido Amore?
Oh fortunate voi, fère selvagge,
a cui l’alma natura
non die’ legge in amar se non d’amore !
Legge umana inumana,
che dái per pena de l’amar la morte!
Se ’1 peccar è si dolce
e ’l non peccar si necessario, oh troppo
imperfetta natura
che repugni a la legge!
oh ! troppo dura legge
che la natura offendi!