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4 il pastor fido


diversa, si conducono dentro ad una spelonca, dove, accusati da un satiro, ambeduo sono presi, ed Amarilli, non potendo giustificare la sua innocenza, alla morte vien condennata. La quale ancora che Mirtillo non dubiti lei troppo bene aver meritata ed egli, per la legge che la sola donna gastiga, sappia di poterne andar assoluto, delibera nondimeno di voler morire per lei, sì come di poter fare dalla medesima legge gli è conceduto. Sendo egli dunque da Montano, a cui per essere sacerdote questa cura s’appartenea, condotto alla morte, sopraggiunto in questo Carino, che veniva di lui cercando, e vedutolo in atto agli occhi suoi non meno miserabile che improviso, sì come quegli che niente meno l’amava che se figliuolo per natura stato gli fosse, mentre si sforza, per camparlo da morte, di provare con sue ragioni ch’egli sia forestiero e perciò incapace a poter esser vittima per altrui, viene, non accorgendosene egli stesso, a scoprire che ’l suo Mirtillo è figliuolo del sacerdote Montano. Il quale suo vero padre, rammaricandosi di dover esser ministro della legge nel proprio sangue, da Tirenio, cieco indovino, vien fatto chiaro colla interpretazione dell’oracolo stesso non solo repugnare alla volontá degli iddii che quella vittima si consagri, ma essere eziandio delle miserie d’Arcadia quel fin venuto, che fu loro dalla divina voce predetto. Colla quale mentre tutto il successo vanno accordando, conchiudono che Amarilli d’altrui non possa né debba essere sposa, che di Mirtillo. E perché poco innanzi Silvio, credendosi di saettare una fèra, avea piagata Dorinda, miseramente accesa di lui, e per cotale accidente la solita sua durezza in amorosa pietá cangiata, poiché giá era la piaga di quella ninfa, che fu creduta mortale, ridotta a termine di salute, ed era di Mirtillo divenuta sposa Amarilli, anch’esso, giá fatto amante, sposa Dorinda. Per cagione de’ quali oltre ad ogni loro credenza felicissimi avvenimenti ravvedutasi al fin Corisca, dopo l’aver trovato dagli amanti sposi perdono, tutta racconsolata, ancor che sazia del mondo, si dispone di cangiar vita.