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XXXVI.
O che mal c’è? — Signore! non c’è niente;
     Ma tante volte una parola scappa;
     Una ne tira due; passa la gente,
     Passa qualcun che soffia nella pappa,
     Sente Italia, lo crede forestiere....
     C’è da trovarsi a qualche dispiacere. —

XXXVII.
Rischiara anco la vista alle persone,
     Soggiunse poi ridendo: al mio paese
     Ho conosciuto un certo Don Simone
     Che avendo sempre le palpebre offese
     Dicea cose da chiodi nell’uffizio;
     Ma il tabacco gli ha reso un gran servizio.

XXXVIII.
E perchè crede lei che gli amatori
     Di questa grata polvere sian tanti?
     E Giudici e Auditori e Coadjutori,
     Cancellieri e Ministri-processanti
     Ne consumino al dì scatole piene?
     Perchè han bisogno di vederci bene.