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lido color di rosa or di perlino e d’altri mille colori; le piante sparse con giusta economia fra le fessure rivestite di un verde costantemente languido; le tortuose striscie alabastrine formano il più semplice come il più nobil ornamento dell’immensa caverna.

Nel mezzo di questa grotta sotto la gigantesca volta sorge un tempio, opera elegantissima dell’insigne architetto Valadier che si acquistò gran fama per molti lavori eseguiti in Roma ed altrove, ma specialmente nella costruzione della Villa al Pincio. Il tempio è di forma ottagona, il suo diametro misura metri 10, 50 ed è sormontato da una cupola la cui croce tocca quasi la volta. L’edificio è fatto con massi di travertino bianchissimo, simile al celebre carbonato che all’Inghilterra diede il nome di Albione. Nel centro del tempio vedesi un altare di alabastro, marmo che si rinviene sul luogo, e sopra l’altare havvi una statua della Madonna col Bambino, opera dell’immortale Canova. In un lato della grotta ammirasi l’antica cappella dove trovasi un’immagine di Maria festeggiata solennemente in tutte le domeniche di giugno con straordinario concorso di popolo. In quello stesso punto vedesi un’altra grotta non molto profonda, ma che richiama l’attenzione del visitatore per la svariata disposizione delle arcate, per l’edera brunita, il capelvenere e la ridente verdura che l’adornano. Qui è una limpida e fresca fonte, la cui stilla cadente viene raccolta da un sasso ridotto a maniera di bacino. Nel fondo della grotta circoscritto da un altipiano a guisa di anfiteatro s’apre la profonda caverna che noi intendevamo d’ispezionare. — L’apertura è in alto al livello del soffitto larga metri 6 per metri 3 di altezza. Vi si accede per piccoli viottoli obliquamente salienti. Sul limitare godesi una vista sorprendente. Gli avanti, per esprimermi coi termini dell’arte, campeggiano sugli indietro, e questi graziosamente risaltano nel buio. La luce che vi entra