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Sfere che si raffreddano 61 rinvennero dalla pietra arenaria gialla e rossa, relativamente tenera e non trasmutata dal calore. (Questo sembra essere definitivamente una prova contraria ad un’origine vulcanica per il cratere). Le perforazioni al disotto di 180 piedi e più abbasso sino ai 600 piedi (da 54 m. a 180 m.) di continuo incontrano esemplari di materiali meteoritici metallici. Per quanto riguarda la forma del cratere essa può ugualmente essere stata cagionata da un’esplosione vulcanica come dall’urto di una grande pietra meteo- ritica. Ma l’arenaria alla profondità di 800 piedi (240 m.) è un colpo decisivo contro la teoria vulcanica, mentre gli strati superiori, al disotto delle pianure del cratere, dimostrano la presenza di diatomee e di molluschi di acqua dolce, ed indicano che il fondo del cratere era una volta occupato da un lago poco profondo, il quale accumulò dei depositi di calcare e di gesso durante dei periodi di siccità. La difficoltà principale nell’ac- cettare l’ipotesi meteoritica consiste nell’ignoranza nostra della profondità a cui un meteorite penetrerebbe nel cadere. Il calcolo che è stato fatto dal sig. Merrill delle circostanze che accompagnarono la formazione del cratere può soltanto avere un valore speculativo. Egli ha immaginato che il cratere potesse esser stato formato dall’urto di una massa di ferro meteo- ritico, forse di 500 piedi di diametro (m. 150 circa), che fosse caduta sulla terra con una velocità di 5 miglia al secondo (Km. 8 al 1"). Mediante paragone con le breccie fatte da proiettili di acciaio sopra una piastra di corazzatura, la breccia per tal modo formata sarebbe da otto a dieci volte il diametro del proiettile, vale a dire che il cratere sarebbe circa di quattromila piedi di diametro (1250 m.). Com’esso penetrasse nella terra, le roccie direttamente sul suo percorso e tutto all’intorno di quello diverreb-