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l8 Lo sviluppo di un pianeta mente che la parte esterna. Una struttura a spirale sarebbe il risultato di questi movimenti differenziati. Per qualche processo, di cui non possiamo ricercare i particolari, dei nodi o dei nuclei apparvero sulle braccia attorcigliate delle spirali, e codesti nodi formarono gli embrioni dei pianeti. Ammasso stellare e collisioni di stelle. Il punto debole della cosmogonia di Moulton delle formazioni a spirali si è che un gran numero di collisioni o di interferenze deve essere presupposto. Il numero di tali urti od avvicinamenti deve ammontare a qualche centinaia di migliaia, se noi vogliamo prendere le formazioni di spirali come evidente conseguenza di quegli urti. Tal numero non è forse molto grande sui 50,000,000 di stelle che sono visibili sulle lastre fotografiche del Catalogo delle stelle del ventesimo secolo; e la proporzione dei numeri delle nebulose a spirale a quelli di tutti i corpi nell’ universo diminuisce ancor di più se è fatta la supposizione che la maggioranza delle stelle brillanti sia accompagnata da sfere oscure 0 satelliti che non possano esser veduti. Persino così, tuttavia, il numero delle collisioni appare grande. Nel considerare il sistema solare noi pensiamo che le orbite dei pianeti abbiano assunto una condizione di stabilità pella quale essi verosimilmente non abbiano da intersecarsi l’una coll’altra. Le orbiti dei sistemi stellari dell’universo stellare sembrerebbero essere meno stabilmente fissate se noi abbiamo da credere che per anche una su diecimila delle sue unità dimostra l’evidenza dell’aver errato nella sfera d’attrazione di qualche altra unità. Noi non possiamo d’altra parte presumere che l’universo visibile sia un sistema che sia pervenuto 0 che vada approssimandosi, allo stato d’equilibrio. Noi non sappiamo nulla circa al suo meccanismo; nulla circa