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i935: lorianismo 2323 degli attori). È vero che, secondo il suo metodo solito, il Loria fece intravedere la parte positiva del problema, affermando seriamente che la natura provvidenziale crea una difesa e un antidoto contro l'avvelenamento universale del dolore come si vede dal fatto che i poverelli costretti a pernottare all’aria aperta e sul nudo sasso hanno la pelle più spessa degli uomini che dormono sulle soffici piume. 3) Articolo Perché i veneti non addoppiano ed i valtelli- nesi triplano; PEinaudi lo cita al n. 697 e dopo il titolo aggiunge «in Miscellanea di studi in onore di Attilio Hortis», annotando: «È Pestratto in un foglietto di 1 col., ma nella Miscellanea c. s. edita in Trieste, maggio 1909, 2 voli., pag. 1050, con ritr. non si rileva questo articolo». L’articolo era stato inviato dal Loria al Comitato triestino per le onoranze ad Attilio Hortis nel cinquantenario della sua attività letteraria; il Comitato non poteva inserire l’articolo nella Miscellanea per la sua ridicola insulsaggine, ma non volle neppure mancare di riguardi al Loria che a Trieste era un esponente «illustre» della scienza italiana. Così fu comunicato al Loria che il suo «contributo» non poteva essere pubblicato nella Miscellanea già stampata in tipografia e che l’avrebbe pubblicato il (settimanale) letterario «Il Pal- vese». L’estratto catalogato dall’Einaudi è del «Palvese», dove occorrerebbe rintracciarlo per curiosità. L’arti|colo espone un aspetto (quello linguistico) della dottrina loriana sull’influenza delP«altimetria» sullo sviluppo della civiltà (ciò che dimostra, tra l’altro, che in Loria non manca lo spirito di sistema e una certa coerenza e quindi che le sue « bizzarrie» non sono casuali e dovute ad impulsi di dilettantismo improvvisatore, ma corrispondono a un sustrato «culturale» che affiora continuamente): i montanari moralmente più puri, fisicamente più robusti «triplicano» le consonanti; la gente di pianura, invece (e guai se si tratta di popolazioni che stanno al livello del mare, come i veneziani), oltre che moralmente depravata, è anche fisicamente degenerata e non riesce neppure ad «addoppiare». Il Loria ricorre alla « testimonianza della propria coscienza » e afferma che da malato egli non riesce a domandare alla cameriera che una scempia « taza» di brodo \