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i934: critica letteraria 2239 cet]tato con entusiasmo. I suoi scritti, d’altronde, sono di una volgarità intellettuale sconcertante. Cfr Quaderno 3 (xx), pp. 55 - *5 bis. § (43). Giovanni Cena. Sull’attività svolta dal Cena per le scuole dei contadini dell’Agro Romano sono da vedere le pubblicazioni di Alessandro Marcucci \ (Il Cena intendeva proprio « andare al popolo » ; è interessante vedere come praticamente cercò di attuare il suo proposito, perché ciò mostra cosa poteva intendere un intellettuale italiano, d’altronde pieno di buone intenzioni, per « amore per il popolo»), Cfr Quaderno 3 (xx), p. 55. § (44). Gino Saviotti. Sul carattere antipopolare o almeno apopolare-nazionale della letteratura italiana hanno scritto e continuano a scrìvere'molti letterati. Ma in queste scritture l’argomento non è posto nei suoi termini reali e le conclusioni concrete sono spesso stupefacenti. Per esempio di Gino Saviotti, che volentieri scrive contro la letteratura dei letterati, si trova citato nelT«Italia Letteraria» del 24 agosto 1930 questo brano riportato da un articolo pubblicato nell’« Ambrosiano » del 15 agosto: «Buon Parini, si capisce perché avete sollevato la poesia italiana, ai vostri tempi. Le avete dato la serietà che le mancava, avete trasfuso nelle sue aride vene il vostro buon sangue popolano. Vi sieno rese grazie anche in questo giorno dopo centotren- tun’anni dalla vostra morte. Ci vorrebbe un altro uomo come voi, oggi, nella nostra cosi detta poesia! » \ Nel 1934 è stato dato al Saviotti un premio letterario (una parte del premio Viareggio) per un romanzo in cui si rappresenta lo sforzo di un popolano per diventare «artista»2 (cioè per diventare «artista professionale», non essere più «popolano», ma innalzarsi al rango degli intellettuali di professione): argomento essenzialmente «antipopolare» ed esaltazione della casta, come modello di vita «superiore»: ciò 224° QUADER