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i934: critica letteraria 2211 x * lettantismo politico-letterario, che gli fece sostenere, in un certo periodo, la necessità di «essere in pochi», di costituire un’« aristocrazia » : il suo atteggiamento era banalmente snobistico più che espressione di un fermo convincimento etico-politico, un modo di fare della letteratura «distinta», da salotto equivoco. Così PAnsaldo è divenuto la «Stelletta nera» del «Lavoro», stelletta con cinque punte, da non confondersi con quella che nei « Problemi del Lavoro » serve a indicare Franz Weiss e che ha sei punte (che PAnsaldo ci tenga alle sue cinque punte appare dall’Almanacco delle Muse del 1931, rubrica genovese; PAlmanacco delle Muse fu pubblicato dall’Alleanza del Libro)Per PAnsaldo tutto diventa eleganza culturale e letteraria: Perudizione, la precisione, Polio di ricino, il bastone, il pugnale; la morale non è serietà morale ma eleganza, fiore all’occhiello. Anche questo atteggiamento è gesuitico, è una forma di culto del proprio particulare nelPordine delPintelligenza, una esteriorità da sepolcro imbiancato. Del resto, come dimenticare che appunto i gesuiti sono sempre stati maestri di «eleganza» (gesuitica) di stile e di lingua? * Cfr Quaderno 9 (xiv), pp. 14-15. §(24). Giuseppe Prezzolini. Articolo di Prezzolini: Monti, Pellico, Manzoni, Foscolo veduti da viaggiatori americani, pubblicato nel «Pègaso» (di Ojetti) del maggio 1932. Prezzolini riferisce un brano del critico d'arte americano H. Y. Tuckermann (The Italian Sketcb-Book, 1848, p. 123): «Alcuni dei giovani elementi liberali, in Italia, si dimostrano assai disillusi perché uno, il quale stava per diventare un martire della loro causa, si sia voltato invece alla devozione, e si mostrano spiacenti che egli abbia ad impiegar la sua penna per scrivere inni cattolici e odi religiose»; e commenta: «Il dispetto che i più accesi | provavano per non aver trovato in Pellico uno strumento di piccola polemica politica, è dipinto in queste “osservazioni”»1. Perché si dovesse trattare di meschino « dispetto » e perché, prima del 48, la polemica contro le persecuzioni austriache