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i934: americanismo e fordismo 2151 » Nello stesso numero della «Fiera Letteraria» si legge questo brano: «Il nostro arrosto strapaesano si presenta con questi caratteri: avversione decisa a tutte quelle forme di civiltà che non si confacciano alla nostra o che guastino, non essendo digeribili, le doti classiche degli italiani; poi: tutela del senso universale del paese, che è, per dirla alla spiccia, il rapporto naturale e immanente fra Pindividuo e la sua terra; infine, esaltazione delle caratteristiche nostrane, in ogni campo e attività della vita, e cioè: fondamento cattolico, senso religioso del mondo, semplicità e sobrietà fondamentali, aderenza alla realtà, dominio della fantasia, equilibrio fra spirito e materia»2. (Da notare: come sarebbe esistita PItalia odierna, la nazione italiana, senza il formarsi e lo svilupparsi delle città e senza l’influsso cittadino unificatore? «Strapaesanismo» nel passato avrebbe significato municipalismo — come significò — disgregazione popolare e dominio straniero. E il cattolicismo stesso si sarebbe sviluppato se il Papa, invece di risiedere a Roma, avesse avuto la residenza a Scaricalasino?) E questo giudizio di Francesco Meriano (pubblicato nel- P« Assalto» di Bologna): «Nel campo filosofico, io credo di trovare invece una vera e propria antitesi: che è l'antitesi, vecchia di oltre cento anni e sempre vestita di nuovi aspetti, tra il volontarismo il pragmatismo Pattivismo identificabile nella stracittà e l’illuminismo il razionalismo lo storicismo identificabile nello strapaese» \ (Cioè gli immortali princi- pii si sarebbero rifugiati in strapaese). In ogni caso è da notare come la polemica «letteraria» tra Strapaese e Stracittà non sia stata altro che la spuma saponacea della polemica tra conservatorismo parassitario e le tendenze innovatrici della società italiana. Nella «Stampa» del 4 maggio 1929 Mino Maccari scrive: «Quando Strapaese si oppone alle importazioni modernistiche, la sua opposizione vuol salvare il diritto di selezionarle al fine di impedire che i contatti nocivi, confondendosi con quelli che possono essere benefici, corrompano l’integrità della natura e del carattere proprii alla civiltà italiana, quintessenziata nei secoli, ed oggi anelante (!) a una sin2152 QUADERNO 22 (