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2100 QUADERNO 20 (XXV) qualche sofisma e con una certa imbarazzata reticenza24. È certo che questa tattica da «politicante» nocque molto specialmente al Buonaiuti, che dagli «idealisti» della «Voce» fu presentato come una personalità quasi spregevole25. La figura del Buonaiuti non perde, nonostante tutto, una certa sua aura di grandezza morale e di severità di carattere, se si pensa che egli è il solo che da più di 30 anni si è mantenuto nella sua posizione contro la Curia e i gesuiti, abbandonato da sostenitori e da amici, che o sono rientrati nell'ovile o sono passati decisamente nel campo laico. Né la sua attività è senza conseguenze per la Chiesa cattolica, se si tiene conto della diffusione dei suoi libri e del fatto che la Chiesa ripetute volte gli ha offerto dei compromessi). Cfr l'articolo « La lunga crisi dell*Action Française » nella «Civiltà Cattolica» del 7 settembre 192926. Si loda il libro La trop longue crise de VAction Française di Mons. Sagot du Vauroux, évêque d’Agen, Parigi, ed. Bloud, 1929, opera che « riuscirà utilissima anche agli stranieri, i quali non riescono a comprendere le origini e meno ancora la persistenza, congiunta a tanta ostinazione, degli aderenti cattolici che li acceca fino a farli vivere e morire senza sacramenti, piuttosto che rinunciare alle odiose esorbitanze di un loro partito e dei suoi dirigenti increduli»27. La «Civiltà Cattolica» cerca giustificarsi del fatto che non si occupa più spesso della polemica dell 'Action Française e tra l'altro dice: «Oltre a ciò la prolungata crisi non tocca l'Italia se non per riverbero, ossia per una lontana (!?) concomitanza ed analogia, che essa potrebbe (!) avere con le tendenze generali paganeggianti dell'età moderna»28. (Questo maltusianismo polemico costituisce appunto la debolezza principale della posizione gesuitica contro VAction Française | ed è la causa maggiore del furore fanatico di Maurras e dei suoi seguaci: questi sono persuasi, non a torto, che il Vaticano fa su di loro una esperienza «in corpore vili», che essi hanno la funzione del ragazzo che, una volta, accompagnava il principe ereditario inglese e si pigliava le nerbate per conto del regale padrone; da ciò a far persuasi i seguaci di Maur-