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20^0 QUADERNO 19 (x) absburgico e si rifiutò a ogni politica di nazionalità; anche dopo Caporetto, una politica nazionalitaria fu fatta obtorto collo e malthusianamente e perciò non dette i più rapidi risultati che avrebbe potuto dare). Dopo aver iniziato la guerra col motto «l’Italia farà da sé», dopo la sconfitta, quando tutta l’impresa era compromessa, si cercò di avere l’aiuto francese, proprio quando, anche per. effetto del rinvigorimento austriaco, al governo in Francia erano andati i reazionari, nemici di uno Stato italiano unitario e forte e anche di una espansione piemontese: la Francia non volle dare al Piemonte neanche un generale provetto e si ricorse al polacco Chrzanowsky. La direzione militare era una quistione più vasta della direzione dell’esercito e della determinazione del piano strategico che l’esercito doveva eseguire; essa comprendeva in più la mobilitazione politico-insurrezionale di forze popolari che fossero insorte alle spalle del nemico e ne avessero intralciato i movimenti e i servizi logistici, la creazione di masse ausiliarie e di riserva da cui trarre nuovi reggimenti e che dessero all’esercito «tecnico» l’atmosfera di entusiasmo e di ardore. La politica popolare non fu fatta neanche dopo il 49; anzi sugli avvenimenti del 49 si cavillò stoltamente per intimidire le tendenze democratiche: | la politica nazionale di destra si impegnò nel secondo periodo del Risorgimento nella ricerca dell’aiuto della Francia bonapartista e con l’alleanza francese si equilibrò la forza austriaca. La politica della destra nel 48 ritardò l’unificazione della penisola di alcuni decenni. Le incertezze nella direzione politico-militare, le continue oscillazioni tra dispotismo e costituzionalismo ebbero i loro contraccolpi disastrosi anche nell’esercito piemontese. Si può affermare che quanto più un esercito è numeroso, in senso assoluto, come massa reclutata, o in senso relativo, come proporzioni di uomini reclutati sulla popolazione totale, tanto più aumenta l’importanza della direzione politica su quella meramente tecnico-militare. La combattività dell’esercito piemontese era altissima all’inizio della campagna del 48 : i destri credettero che tale combattività fosse espressione di un puro spirito militare e dinastico astratto, e co-