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i933-I935: miscellanea i93t Rosselli per non aver indagato l’organizzazione meridionale che non doveva essere tanto inefficiente nel 1857 se nel 1860 fu sufficiente a immobilizzare le forze borboniche, ma la critica non pare molto fondata. Nel 1860 la situazione era completamente mutata e bastò la passività per immobilizzare i Borboni, mentre nel 1857 la passività e i quadri sulla carta erano inefficienti. Non si tratta dunque di confrontare l’organizzazione del 60 con quella del 57, ma le diverse situazioni specialmente «internazionali». È probabile anzi che come organizzazione nel 60 si stesse peggio che | nel 57 per la reazione avvenuta. Dalla recensione dell’Omodeo è opportuno citare questo brano: «Il Rosselli si entusiasma della maggiore ricchezza dei programmi. Ma il programma, riferito a un’ipotetica situazione futura, è spesso un ingombrante e inutile bagaglio: ciò che sopra tutto importa è la direzione, non la materiale specificazione delle opere. Abbiam veduto tutti quel che valevano i programmi per il dopo-guerra, studiati quando non si sapeva ancora come si sarebbe usciti dal cimento, in quali stati d’animo, con quali bisogni incalzanti! Falsa concretezza perciò, al disotto della indeterminatezza tanto rimproverata al Mazzini. Inoltre, non pochi punti delle rivendicazioni socialistiche erano (e sono) postulati senza la determinazione del processo tecnico per conseguirli, e provocavano e provocano non solo o non tanto la reazione delle classi lese, quanto la repugnanza di chi, libero dagli interessi (!) di classe, sente che non è maturo né un nuovo ordine morale né un nuovo ordine giuridico: situazione nettamente antitetica a quella della rivoluzione francese che i diversi socialismi vogliono esemplare: perché l’ordine nuovo giuridico-morale nel 1789 era vivo nella coscienza di tutti e si presentava di piana attuazione». («Critica», 20 luglio 1933, pp. 283-84). L’Omodeo è molto superficiale e corrivo: le sue opinioni sono da porre a confronto col saggio del Croce sul Partito come giudizio e come pregiudizio pubblicato nel 1911s. La verità è che il programma del Pi- sacane era altrettanto indeterminato di quello del Mazzini e anch’esso segnava solo una tendenza generale, che come tendenza era un po’ più precisa di quella del Mazzini. Ogni