Pagina:Gramsci - Quaderni del carcere, Einaudi, II.djvu/775

14^0 QUADERNO II (xvill) La teleologia. Nella quistione della teleologia appàre ancora più vistosamente il difetto del Saggio nel presentare le dottrine filosofiche passate su uno stesso piano di trivialità e banalità, cosi che al lettore pare che tutta la cultura passata sia stata una fantasmagoria di baccanti in delirio. Il metodo è riprovevole da molti punti di vista: un lettore serio, che estenda le sue nozioni e approfondisca i suoi studi, crede di essere stato preso in giro ed estende il sospetto a tutto l’insieme del sistema. È facile parere di aver superato una posizione abbassandola, ma si tratta di pura illusione verbale. Presentare cosi burlescamente le quistioni può avere un significato in Voltaire, ma non è Voltaire chiunque voglia, cioè non è grande artista. Cosi il Saggio presenta la quistione della teleologia nelle sue manifestazioni più infantili, mentre dimentica la soluzione data da Kant \ Si potrebbe forse dimostrare che nel Saggio c’è molta teleologia inconscia che riproduce senza saperlo il punto di vista di Kant: per esempio il capitolo sul- l’«Equilibrio tra la natura e la società» \ Dalle Xenie di Goethe: «Il Teleologo: — Il Creatore buono adoriamo del mondo, che, quando — il sughero creò, inventò insieme il tappo » (trad. di B. Croce nel voi. su Goethe, p. 262). Il Croce mette questa nota: «Contro il finalismo estrinseco, generalmente accolto nel secolo decimotta- vo, e che il Kant aveva di recente criticato surrogandolo con un più profondo concetto della finalità»3. Altrove e in altra forma il Goethe ripete questo stesso motivo e dice di averlo derivato dal Kant: «Il Kant è il più eminente dei moderni filosofi, quello le cui dottrine hanno maggiormente influito sulla mia cultura. La distinzione del soggetto dalPoggetto e il principio scientifico che ogni cosa esiste e si svolge per ragion sua propria ed intrinseca (che il sughero, a dirla proverbialmente, non nasce per servir di turacciolo alle nostre bottiglie) ebb’io comune col Kant, ed io in seguito applicai molto studio alla sua filosofia» \ Cfr Quaderno 4 (xm), pp. 4 bis - 35 e 60; e Quaderno 8 (xxviii), p. 79.