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i932-i933: (introduzione alla filosofia) 1415 era d'accordo coi cattolici nel modo di concepire la realtà esterna \ Occorre dimostrare che la concezione «soggettivistica», dopo aver servito a criticare la filosofia della trascendenza da una parte e la metafisica ingenua del senso comune e del materialismo filosofico, può trovare il suo inveramento e la sua interpretazione storicistica solo nella concezione delle superstrutture mentre nella sua forma speculativa non è altro che un mero romanzo filosofico. Un accenno a una interpretazione un po’ più realistica del soggettivismo nella filosofia classica tedesca si può trovare in una recensione di G. De Ruggiero a degli scritti postumi (mi pare, lettere) di B. Constant (mi pare) pubblicati nella «Critica» di qualche anno fa8. L’appunto che si deve fare al Saggio popolare è di avere presentato la concezione soggettivistica cosi | come essa appare dalla critica del senso comune e di avere accolto la concezione della realtà oggettiva del mondo esterno nella sua forma più triviale e acritica, sepza neanche sospettare che a questa può esser mossa Tobbiezione di misticismo, come infatti fu fatto. (Nella memoria presentata al Congresso di Londra, l'autore del Saggio popolare accenna all’accusa di misticismo attribuendola al Sombart e trascurandola sprezzantemente: il Sombart l'ha certamente presa dal Croce)9. Solo che analizzando questa concezione, non è poi tanto facile giustificare un punto di vista di oggettività esteriore cosi meccanicamente intesa. Pare che possa esistere una oggettività extrastorica ed extraumana? Ma chi giudicherà di tale oggettività? Chi potrà mettersi da questa specie di «punto di vista del cosmo in sé» e che cosa significherà un tal punto di vista? Può benissimo sostenersi che si tratta di un residuo del concetto di dio, appunto nella sua concezione mistica di un dio ignoto. La formulazione di Engels che «l'unità del mondo consiste nella sua materialità dimostrata... dal lungo e laborioso sviluppo della filosofia e delle scienze naturali »10 contiene appunto il germe della concezione giusta, perché si ricorre alla storia e all'uomo per dimostrare la realtà oggettiva. Oggettivo significa sempre «umanamente oggettivo», ciò che può corrispondere esat-