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1406 QUADERNO II (XVIII) importa non è già l’opinione di Tizio, Caio o Sempronio, ma queirinsieme di opinioni che sono diventate collettive, un elemento e una forza sociale; queste occorre confutare, nei loro esponenti teorici più rappresentativi e degni anzi di rispetto per altezza di pensiero e anche per «disinteresse» immediato e non già pensando di aver con ciò « distrutto » l’elemento e la forza sociale corrispondente (che sarebbe puro razionalismo illuministico), ma solo di aver contribuitoceli mantenere nella propriajparte e rafforzare lo spirito di distinzione e di scissione^ar^a creare il terreno perché la propria parte assorba e vivifichi una propria dottrina originale, corrispondente alle proprie condizioni di vita. È da osservare che molte deficienze del Saggio popolare sono connesse alP«oratoria». L’autore, nella prefazione, ricorda, quasi a titolo di onore, l’origine «parlata» della sua opera2. Ma, come ha osservato già il Macaulay a proposito delle discussioni orali presso i greci, è appunto alle « dimostrazioni orali» e alla mentalità degli oratori che si collegano le superficialità logiche e di argomentazione le più stupefacenti 3, Ciò del resto non diminuisce la responsabilità degli autori, che non rivedono, prima di stamparle, le trattazioni tenute oralmente, spesso improvvisando, quando la meccanica e casuale associazione delle idee spesso sostituisce il nerbo logico. Il peggio è quando, in questa pratica bis oratoria, | la mentalità facilona si solidifica e i freni critici non funzionano più. Si potrebbe fare una lista rantiap e mutçtînnes elenchi del Saggio popolare probabilmente dovute "alla «foga» oratoria. Un esempio tipico mi pare il paragrafo dedicato al prof. Stammler4, dei più superficiali e sofistici. Cfr Quaderno 8 (xxviii), pp. 61 bis, 63, 61 - 61 bis, 75 bis. » § ( 16 ). Quistioni di nomenclatura e di contenuto. Una delle caratteristiche degli intellettuali come categoria sociale cristallizzata (che cioè concepisce se stessa come continuazione ininterrotta nella storia, quindi indipendentemente dalla lotta dei gruppi e non come espressione di un processo dialettico, per cui ogni gruppo sociale dominante eia-