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1368 QUADERNO II (xVIIl) 4 «storico» \ Si tratta d’altronde di un modo di pensare molto nebuloso e confuso. Che nelle scuole elementari sia necessaria una esposizione « dogmatica » delle nozioni scientifiche o sia necessaria una «mitologia» non significa che il dogma debba essere quello religioso e la mitologia quella determinata mitologia. Che un popolo o un gruppo sociale retrato abbia bisogno di una disciplina esteriore coerciriva, per | essere educato civilmente, non significa che debba" eoe one essere ridotto in schiavitù, a meno che non si pensi che ogru statale è schiavitù. C’è una coercizione di tipo militare anche per il lavoro % che si può applicare anche alla classe dominante, e che non è «schiavitù», ma l’espressione adeguata della Pedagogia moderna rivolta ad educare un elemento immaturo (che è bensì immaturo, ma è tale vicino ad elementi già maturi, mentre la schiavitù organicamente è l’espressione di condizioni universalmente immature). Lo Spaventa, che si metteva dal punto di vista della borghési liberale contro i «sofismi» storicistici de' assi retrive,. esprimeva, in forma sarcastica, una concezione ben più pro- gressiva e dialettica che no: abriola entile. Cfr Quaderno 8 (xxviii), pp. 62 - 62 bis. Alptì/inArn 7 Sono da ricercare i suoi scritti d^filosofia e di storia. Come Rodolfo Mondolfo, il Levi è di origine positivistica (della scuola padovana di R. Ardigòì. Come punto di riferimento del modo di pensare del Levi è interessante questo brano del suo studio su « Giuseppe Ferrari» (^Nuova Rivista Storica», iq^i, p. 387)1 : «No; a me non pare che neTRostro-lil-Fe^^ri-^-^Lsia un "certo” e nemmeno... un incerto, materialismo storico. A me sembra, invece, che vaneggi proprio l’abisso, tra la concezione ferra- riana della storia e della sua pretesa filosofia della storia ed il materialismo storico, rettamente inteso, cioè non come un mero economismo (ed anche di questo, per verità, ci sono nel Ferrari assai più vaghe tracce che non nella concreta storia di un Carlo Cattaneo), bensì come quella dialettica reale, che intende la storia superandola con l’azione, e non scinde storia e filosofia, ma, rimettendo gli uomini in piedi,