Pagina:Gramsci - Quaderni del carcere, Einaudi, II.djvu/566

i932-I935: la filosofia di b. croce ii 1241 del Flilop-Miller, come appare da alcune note pubblicate nella «Critica» nel 1925 (mi pare)7. Se è necessario, nel perenne fluire degli avvenimenti, fissare dei concetti"senza i quali la realtà non potrebbe essere ^compresa, occorre anche, ed è anzi imprescindibile, fissare ia e ricordare che realtà in movimento e concetto della reai- tà, se logicamente possono essere distinti, storicamente de- vono essere concepiti come unità inseparabile. Altrimenti ^ avviene ciò"che avviene ài Croce, chela storia diventa una storia formale, una storia di concetti, e in ultima analisi una storia degli intellettuali, anzi una storia autobiografica del pensiero del Croce, una storia di mosche cocchiere. Il Croce sta cadendo in una nuova e strana forma di sociologismo «idealistico», non meno buffo e inconcludente delsociolo- gismo positivistico. Identità di storia e filosofia. L’identità di storia e filosofia è immanente nel materialismo storico (ma, in un certo senso, come previsione storica di una fase avvenire). Ha preso il Croce Fabbrivo dalla filosofia della praxis di Antonio Labriola? In ogni modo questa identità è diventata, nella concezione del Croce, ben altra cosa da quella che è immanente nel materialismo storico: esempio gli ultimi scritti di storia etico-politica del Croce stesso. La proposizione che il proletariato tedesco è l’erede della filosofia classica tedesca1 contiene appunto l’identità tra storia e filosofia; cosi la proposizione che i filosofi hanno finora solo spiegato il mondo e che ormai si tratta di trasformarloz. Questa proposizione del Croce della identità di storia e di filosofia è la più ricca di conseguenze critiche: 1) essa è mutila se non giunge anche alla identità di storia e di politica (e dovrà intendersi politica quella che si realizza e non solo i tentativi diversi e ripetuti di realizzazione [alcuni dei quali falliscono presi in sé]) e, 2) quindi anche alla identità di politica e di filosofia. Ma se è necessario ammettere questa identità, come è più possibile distinguere le ideologie (uguali, secondo Croce, a strumenti di azione politica) dalla filosofia? Cioè la distinzione sarà possibile, ma solo per gra-