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1202 QUADERNO 9 (XIV) bis telligenza come tale, per l'uomo intelligente come tale, che corrisponde al nazionalismo culturale degli italiani, forse unica forma di sciovinismo popolare in Italia2. Per apprezzare questo nazionalismo bisogna pensare alla Scoperta dell'America di Pascarella: il Pascarella è P«aedo» di questo nazionalismo e il suo tono canzonatorio è il più degno di tale epopea. Questo sentimento è diversamente forte nelle varie parti d'Italia (è più forte in Sicilia e nel Mezzogiorno), ma è diffuso da per tutto in una certa dose, anche a Milano e a Torino (a Torino certo meno che a Milano e altrove): è più o meno ingenuo, più o meno fanatico, anche più o meno «nazionale» (si ha l’impressione, per esempio, che a Firenze sia più regionale che altrove, e cosi a Napoli, dove è anche di carattere più spontaneo e popolare in quanto i napoletani credono di essere più intelligenti di tutti come massa e singoli individui; a Torino poche « glorie» letterarie e più tradizione politico-nazionale, per la tradizione ininterrotta di indipendenza e libertà nazionale). D'Annunzio si presentava come la sintesi popolare di tali sentimenti: «apoliticità» fondamentale, nel senso che da lui ci si poteva aspettare tutti i fini immaginabili, dal più sinistro al più destro, e l’essere D'Annunzio ritenuto popolarmente l'uomo più intelligente d’Italia. In tutta si /\§ ( 142). Machiavelli. Volontarismo; Nana serie di auil;uoni^-r™^ni71onë"storica storico-politica per Fazione da compiere, non si tiene conto di questo | f f # 1 e entej£ imprese- e le organizzazioni di volontari, dalle imprese e dalle organizzazioni di «blòcchi omogenei sociali». Ciò ha grande importanza specialmen in Italia:^) per Tapoliticismo e la passività tradizionale delle grandi masse popolari che ha come reazione naturale una relativa facilità al «reclutamento di volontari»; 2?) per la costituzione sociale italiana, uno dei cui elementi è la morbosa quantità di borghesi rurali o di tipo rurale, medi e piccoli, che sono l’elemento che dà molti intellettuali irrequieti e quindi « volontari » per ogni iniziativa anche la più bizzarra che sia vagamente sovversiva (a destra o a sinistra). Nell’ana- lisi dei partiti politici italiani si può vedere che essi sono stati sempre di «volontari », in un certo senso di déclassés, emai o quasfczlr'" [enei sociali». Un’eccezione è stata la «destra storica » cavourriana e quindi la sua superiorità organica e permanente sul Partito d’Azione mazziniano e garibaldino, che è stato il prototipo di