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1932: (miscellanea) 1201 pre esistiti alcuni elementi di «popolarismo»: dai suoi discorsi come candidato al Parlamento, dal suo gesto nel Parlamento, nella tragedia La Gloria, nel Fuoco (discorso su Venezia e l’artigianato), nel Canto di calendimaggio e giù giù fino alle manifestazioni (alcune almeno) politiche fiumane. Ma non mi pare che siano «concretamente» questi elementi di reale significato politico (vaghi, ma reali) a spiegare questa relativa popolarità. Altri elementi hanno concorso: i°) l’apoliticità fondamentale del popolo italiano (specialmente della piccola borghesia e dei piccoli intellettuali), apoliticità irrequieta, riottosa, che permetteva ogni avventura, che dava a ogni avventuriero la possibilità di avere un seguito di qualche decina di migliaia di uomini, specialmente se la polizia lasciava fare o si opponeva solo debolmente e senza metodo; 20) il fatto che non era incarnata nel popolo italiano nessuna tradizione di partito politico di massa, che non esistevano cioè «direttive» storico-politiche di massa orientatrici delle passioni popolari, tradizionalmente forti e dominanti; 30) la situazione del dopoguerra, in cui tali elementi si presentavano moltiplicati, | perché, dopo quattro 100 anni di guerra, decine di migliaia di uomini erano diventati moralmente e socialmente «vagabondi», disancorati, avidi di sensazioni non più imposte dalla disciplina statale, ma liberamente, volontariamente scelte a se stessi; 40) quistioni sessuali, che dopo quattro anni di guerra si capisce essersi riscaldate enormemente: le donne di Fiume attiravano molti (e su questo elemento insiste stranamente anche Nino Daniele nel suo volumetto su D’Annunzio) \ Questi elementi sembrano inetti solo se non si pensa che i ventimila giovani raccoltisi a Fiume non rappresentavano una massa socialmente e territorialmente omogenea, ma erano « selezionati» da tutta Italia, ed erano delle origini più diverse e disparate; molti erano giovanissimi e non avevano fatto la guerra, ma avevano letto la letteratura di guerra e i romanzi di avventura. Tuttavia al di sotto di queste motivazioni momentanee e d’occasione pare si debba anche porre un motivo più profondo e permanente, legato a un carattere permanente del popolo italiano: l’ammirazione ingenua e fanatica per Fin- 1