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1932: (miscellanea) 1187 mare le appendici e le dispense? O noi, anche in questo campo, ci siamo contentati e ci contentiamo di importare quanto producono gli altri mercati? Certo non abbondiamo come la Francia di “illustri sconosciuti” e una qualche ragione per questa deficienza ci deve essere e varrebbe forse la pena di ricercarla»2. Finisce con luoghi comuni. Cfr Quaderno 21 (xvn), pp. n-13. § ( 121 ). Argomenti di cultura, I grandi geni nazionali. Ho accennato altrove1 all'importanza culturale che in ogni paese hanno avuto i grandi geni (come Shakespeare per l’Inghilterra, Dante per l’Italia, Goethe per la Germania). Di essi, che siano operanti anche oggi, o che abbiano operato fino all’avantiguerra, solo due: Shakespeare e Goethe, specialmente quest’ultimo, per la singolarità della sua figura. Si è affermato che l’ufficio di queste grandi figure è quello d’insegnare come filosofi quello che dobbiamo credere, come poeti quello che dobbiamo intuire (sentire), come uomini quello che dobbiamo fare \ Ma quanti possono rientrare in questa definizione? Non D,ante, per la sua lontananza nel tempo, e per il periodo che esprime, il passaggio del Medio Evo all'età moderna. Solo Goethe è sempre di una certa attualità, perché egli esprime in forma serena e classica ciò che nel Leopardi, per esempio, è ancora torbido romanticismo: la fiducia nell’attività creatrice dell’uomo, in una natura vista non come nemica e antagonista, ma come una forza da conoscere e dominare, con l’abbandono senza rimpianto e disperazione delle « favole antiche » di cui si conserva il profumo di poesia, che le rende ancor più morte come credenze e fedi. (È da vedere il libro di Emerson, Uomini rappresentativi e gli Eroi di Carlyle). § ( 122 ). Carattere cosmopolita della letteratura italiana. La poesia provenzale in Italia. È stata pubblicata la | rac- 91 bis colta completa delle Poesie provenzali storiche relative all'Italia (Roma, 1931, nella serie delle Fonti dell'Istituto Storico Italiano) per cura di Vincenzo De Bartholomaeis e ne dà un annunzio Mario Pelaez nel «Marzocco» del 7 febbraio 1932. «Di circa 2600 poesie provenzali giunte fino a 1