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1148 QUADERNO 9 (xiv) lia». Nel 1890 fu pubblicato un saggio di Dizionario degli Italiani all'Estero, come opera postuma di Leo Benvenuti (uno studioso modesto). Nella prefazione il Benvenuti osservava che date le condizioni delle ricerche bibliografiche al suo | tempo, non sarebbe stato possibile andare oltre a un indice che avrebbe poi dovuto servire a chi si fosse accinto a scrivere la storia. Le categorie in cui il Benvenuti suddivide l'elenco onomastico (le principali) sono: Ambasciatori, antiquari, architetti, artisti (drammatici, coreografici, acrobati), astronomi, botanici, cantanti, eruditi, filosofi, fisici, geografi, giureconsulti, incisori, ingegneri (civili e militari), linguisti, insegnanti, matematici, medici e chirurghi, maestri di musica, mercanti, missionari, naturalisti, nunzi apostolici, pittori scultori e poeti, soldati di mare, soldati di terra, sovrani, storici, teologi, uomini di chiesa, viaggiatori, statisti. (Come si vede il Benvenuti non aveva altro punto di vista che quello della nazionalità e l'opera sua, se completa, sarebbe stata un censimento degli italiani all'estero; secondo me la ricerca deve essere di carattere qualitativo e cioè studiare come le classi dirigenti — politiche e culturali — di una serie di paesi, furono rafforzate da elementi italiani i quali contribuirono a crearvi una civiltà nazionale, mentre in Italia appunto una classe nazionale mancava e non riusciva a formarsi: è questa emigrazione di elementi dirigenti che rappresenta un fatto storico peculiare, corrispondente airimpossibilità italiana di utilizzare e unificare i suoi cittadini più energici e intraprendenti). Il Benvenuti prendeva le mosse dall'anno 1000. Promossa dal Capo del Governo, affidata al Ministero degli Affari Esteri, con la collaborazione del Reale Istituto di Archeologia e Storia dell’Arte, è in preparazione una voluminosissima pubblicazione intitolata L'Opera del Genio italiano all'estero. L'idea pare sia stata suggerita da Gioacchino Volpe che deve avere scritto il programma dell’opera (in un discorso all'Accademia, annotato in altro quaderno, il Volpe preannunziò questo lavoro)1. Nel programma si legge: «La Storia del Genio italiano aH’Estero che noi vogliamo narrare trascura i tempi antichi staccati da noi da secoli oscuri e muove dalla civiltà, che spuntata dopo il mil-