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1932: (miscellanea) 1125 ti) si accenna al fatto della presenza di Ricciotti (le prove si facevano a Milano)1. § (47). Nozioni enciclopediche. Tempo. In molte lingue straniere, la parola italiana tempo, introdotta attraverso il linguaggio musicale, ha assunto un significato, anche nella terminologia politica, determinato, che la parola tempo in italiano, per la sua genericità, non può esprimere (occorrerebbe dire «tempo» in senso musicale, nel senso in cui è adoperato in musica ecc.) e che pertanto occorre tradurre; «velocità del ritmo», mi pare la spiegazione del termine tempo nel senso musicale, che può dare questa traduzione, che però sarà solo «ritmo» quando il termine tempo è aggettivato: «ritmo accelerato », « ritmo rallentato » ecc. (velocità del ritmo in senso ellittico, « misura di velocità del ritmo»).

Cfr Quaderno 16 (xxii), p. 37. § (48). I nipotini di padre Bresciani. Leonida Répaci. È uscito il primo volume di un romanzo ciclico di Leonida Répaci, I fratelli Rupe (Milano, Ceschina, 1932, L. 15) che, nel suo complesso dovrebbe rappresentare lo | sviluppo della ,vita italiana in questi trentanni 37 del secolo, vista dalla Calabria (in una prefazione il Répaci presenta il piano dell’opera)l. È da domandarsi se la Calabria abbia avuto in questo senso una funzione nazionale rappresentativa. E in generale se la provincia italiana abbia avuto una funzione progressiva, o qualunque altra, nel dirigere un qualsiasi movimento del paese, nel selezionare i dirigenti, nel rinfrescare l’ambiente chiuso e corrotto dei centri di vita nazionale. La provincia era in realtà (come dirigenti) molto più corrotta del centro e i provinciali hanno apportato una nuova corruzione: esempio i fratelli Répaci, andati da Palmi a Torino e a Milano. I fratelli Rupe, si capisce, sono i fratelli Répaci; ma, se si eccettua Mariano, dov’è il carattere rupestre di Ciccio e di Leonida: il carattere ricotta e fango è prevalente. Il Répaci non ha nessuna fantasia creatrice: ha una certa disposizione ad ampliare meccanicamente (per aggregazione, o per inflazione) dei fattarelli successi nella sua famiglia, che è assunta a «mito» della sua arte. Questo processo di gonfiamento meccanico può essere dimostrato analiticamente. Ed è poi uno strano mito quello del Répaci, privo di umanità, di dignità, di decoro, per non dire di grandezza. L'Ultimo Cireneo2, con le scene del dibattersi osceno del fratello impotente, mostra di quale umanità sìa provvisto Répaci (anche in questo Fratelli Rupe c’è un impotente); il quale, pare, sarebbe capace di commettere incesto, per poter scrivere un romanzo sull’incesto e dire che la sua famiglia ha conosciuto tutte le tragedie anche quella di Fedra o di Edipo. Cfr Quaderno 23 (vi), pp. 33-34* 4