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I93I'I932: APPUNTI DI FILOSOFIA III IO83 alla religione (sebbene come ministro abbia riconosciuto necessaria l’introduzione della religione nella scuola elementare). Tuttavia i cattolici sono oggi i suoi maggiori avversari, appunto perché capiscono che l’importanza del Croce non è del tipo dei vecchi filosofi, ma di un riformatore religioso che mantiene il distacco tra gli intellettuali e la religione. Articoli della «Nuova Antologia» dovuti a due cattolici militanti, Papini e Ferrabino2. 4) Tradizione italiana dei moderati. Teoria della rivoluzione-re- staurazione, una dialettica addomesticata, perché presuppone « meccanicamente » che l’antitesi debba essere conservata dalla tesi per non distruggere il processo dialettico, che pertanto viene « preveduto » come ripetentesi meccanicamente all’infinito. Invece nella storia reale l’antitesi tende a distruggere la tesi: il risultato è un superamento, ma senza che si possa a priori « misurare » i colpi come in un « ring » di lotta convenzionalmente regolamentata. Quanto più l’antitesi sviluppa se stessa implacabilmente, tanto più la tesi svilupperà se stessa, cioè dimostrerà tutte le sue possibilità di vita (la posizione del Croce è come quella di Proudhon criticata nella Miseria della filosofia3: hegelismo addomesticato), [(continua al 6)]. 5) Papini - gli ordini religiosi - Croce ha ragione poiché dopo il Concilio di Trento e i Gesuiti nessun grande ordine religioso: il giansenismo e il modernismo non hanno prodotto ordini 0 rinnovato i vecchi. Futilità e arguzie inette di Papini, vecchio avversario di Croce (immagine deH’asineho e del somaro)*, in Papini giovane la polemica pareva promettere un «nobile destriero» ma è diventata «somaro». Ipocrisia repugnante: fa ricordare i versi di Strapaese agli italiani4. 6) Continua il 4. Questa concezione fa porre il problema se per il Croce non sia necessaria e giustificata anche la posizione che egli combatte e quindi di quali siano i limiti [e i caratteri] della sua lotta. La posizione del Croce è concepita come la posizione propria degli intellettuali. Nel caso della guerra, non è certo che il Croce non ritenesse necessaria «politicamente», cioè immediatamente, quella tal forma di propaganda per avere dal popolo il massimo rendimento militare: egli però non vorrebbe che gli intellettuali cadano nell’errore di pensare come «eterno» ciò che è solo contingente: e si tratta, forse, in fondo di una nuova forma di interpretare l’affermazione che la religione è uno strumento di politica, ed è buona per il popolo. 7) continua il 3. Una ragione della diffusione di determinate opinioni crociane è data dal presentarsi l’attività del Croce come una attività [critica] che comincia col distruggere una serie di pregiudizi tradizionali, col dichiarare « falsi » una serie di problemi ecc., quindi come « integratrice » del buon senso. Cfr Quaderno 10 (xxxm), pp. 41-45. § (226). Più grassa Minerva. Leon Battista Alberti: «Quelli (i matematici) col solo ingegno, separata ogni materia, misurano le for- 1084 QUADERNO