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1076 QUADERNO 8 (XXVIII ) sita: infatti il pubblico popolare è ben lungi dal porsi il problema se il mondo esterno esista obbiettivamente o sia una costruzione dello spirito. Il pubblico popolare « crede » che il mondo esterno sia obbiettivo ed è questa « credenza » che occorre analizzare, criticare, superare scientificamente. Questa credenza è infatti d’origine religiosa, anche quando chi «crede» è religiosamente indifferente. Poiché per secoli si è creduto che il mondo è stato creato da dio prima dell’uomo, e l’uomo ha già trovato il mondo creato e catalogato, definito una volta per tutte, questa credenza diventa un dato del « senso comune », anche quando il sentimento religioso è spento o addormentatoa. Ecco allora che fondarsi su questa esperienza del senso comune per distruggere col ridicolo le teorie dell’idealismo, ha un significato piuttosto «reazionario», di ritorno implicito al sentimento religioso: infatti gli scrittori cattolici ricorrono allo stesso mezzo per ottenere lo stesso effetto di comicità corrosiva. 20) Ricercare il perché sono sorte le teorie che non riconoscono la realtà obbiettiva del mondo. Sono state manifestazioni di pazzia, di delirio ecc.? Troppo semplicistico. Il materialismo storico non solo spiega e giustifica se stesso, ma spiega e giustifica tutte le teorie precedenti ecc., e in questo è la sua forza. Ora le teorie idealistiche sono il più grande tentativo di riforma morale e intellettuale che si sia verificato nella storia per eliminare la religione dal campo della civiltà. A questo è legato il problema del come e in che misura la concezione delle superstrutture nel materialismo storico sia appunto una realizzazione deiridealismo e della sua affermazione che la realtà del mondo è una costruzione dello spirito. 30) La posizione delle scienze naturali o esatte nel quadro del materialismo storico. Questo è il problema più interessante e urgente da risolvere, per non cadere in un feticismo che è appunto una rinascita della religione sotto altre spoglie. Cfr Quaderno 11 (xviii), pp. 30-31. § ( 216). Noterelle dì economia. Ugo Spirito e C L'accusa alPeconomia politica tradizionale di essere concepita «naturalisticamente»e«deterministicamente». Accusa senza fondamento, perché gli economisti classici non si debbono essere preoccupati molto della quistione «metafisica» del determinismo e tutte le loro deduzioni e calcoli sono basati sulla premessa del «supposto che». Cos’è questo «supposto che»? Lo Jannacone, recensendo nella «Riforma Sociale» il libro dello Spirito \ definisce il «supposto che» come un «mercato determinato» e questo è giusto secondo il 1 “ Nel ms una variante interlineare: «sopito».