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i93i'I932: appunti di filosofia ih 1061 Croce, sparsamente, se ne possono racimolare parecchi. Così nelle- Conversazioni Critiche (Serie seconda) pp. 60-61: «“Come fareste a educare moralmente un papuano?”, domandò uno di noi scolari, tanti anni (... ) fa al prof. Labriola, in una delle sue lezioni di Pedagogia, obiettando contro l'efficacia della Pedagogia. "Provvisoriamente (rispose con vichiana e hegeliana asprezza l’herbartiano professore), provvisoriamente lo farei schiavo; e questa sarebbe la pedagogia del caso, salvo a vedere se pei suoi nipoti e pronipoti si potrà cominciare ad adoperare qualcosa della pedagogia nostra” » l. Questa risposta del Labriola è da avvicinare alla intervista da lui data sulla quistione coloniale (Libia) verso il 1903 e pubblicata nel volume degli Scritti vari di filosofia e politica2. È da avvicinare anche al Gentile nell’organamento della ritorma scolastica, per cui si è ìntro- dotta nélle scuole primarie la religione ecc. Mi pare che si tramai 6 2 bis un pseudo-storicismo, di un meccanicismo abbastanza empirico. Si potrebbe ricordare ciò che dice Io Spaventa a proposito di quelli che non vogliono mai che gli uomini escano di culla (cioè dal momento dell’autorità, che pure educa alla libertà i popoli immaturi) e pensano tutta la vita (degli altri) come una culla3. Mi pare sia storicamente da porre il problema in altro modo: se cioè, una nazione o un gruppo sociale, che è giunto a un grado superiore di civiltà non possa (e quindi debba) «accelerare» l'educazione civile delle nazioni e gruppi più arretrati, universalizzando la propria esperienza_Nomni pare insomma che il modo di pensare contenutp nella risposta lalettico e progressivo, ma piuttosto retrivo: l i ligione nelle scuole elementari ha infatti come correlativo la conce- ione della « religione buona per il popolo » ( popolo = tanciullo = ta- storia cui corrisponde la religione ecc.), cioè la ri-

ui corrisponde

nunzia a educare il popolo ecc. Ë uno storicismo ben noto questo: è storicismo dei giuristi, per i quali lo knut non è un knut, quando è un « knut storico »4. D’altronde si tratta di un pensiero abbastanza nebbioso e confuso. Che nelle scuole elementari sia necessaria una esposizione « dogmatica » delle nozioni scientifiche, non significa che si debba per dogma intendere quello «religioso confessionale». Che un popolo o un gruppo arretrato abbia bisogno di una disciplina «esteriore», coercitiva, di tipo militare, per essere educato civilmente, non significa che debba essere ridotto in schiavitù, a meno non si pensi che lo Stato è sempre « schiavitù », anche per la classe di cui esso è l’espressione ecc. Il concetto, per esempio, di « esercito del lavoro » s dà il tipo di « pedagogia » per i « papuani » senza bisogno di ricorrere alla « schiavitù » o al colonialismo come tappa storica « meccanicamente» inevitabile ecc. Lo Spaventa, che si metteva dal punto di vista della borghesia liberale~contròTsohsmi « storicistici » delle eia? si retrive. esprimevar nel suo sarcasmo, una concezione ben più oro- gressiva e dialettica. aonola !£.- Cfr Quaderno 11 (xvm), pp. 3-4. 1 I0Ó