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1048 QUADERNO 8 (XXVIII) 56 scrive Mario Camis nella «Nuova Antologia» del i° novembre n thè , 1931», P.T31 \ 11 curioscTè nella nota: «Scienze biologie ie e mediche osta

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ion, proprio Tn questo articolo II uuìiis implicitamente spiega come quella espressione che tanto ha fatto vaneggiare il Borgese [possa e] debba intendersi in un senso meramente metaforico e non filosofico. Si tratta di elementi cosi piccoli che non possono essere descritti (e si intenda anche ciò in senso relativo) con parole [per gli altri], e che Tesperimentatore perciò non riesce a scindere dalla propria personalità soggettiva: ogni esperimentatore deve giungere alla percezione con mezzi propri, direttamente. L’Ekehorn punge un glomerulo di rene della rana con una canula « la cui preparazione è opera di tanta finezza e tanto legata alle indefinibili ed inimitabili intuizioni manuali 2 dello sperimentatore che lo stesso Ekehorn, nel descrivere l’operazione del taglio a sghembo del capillare di vetro dice di non poterne dare i precetti a parole ma deve accontentarsi di una vaga indicazione ». Se fosse vero che i fenomeni infinitamente piccoli [in «non c» pnCCrìr»/^7rtngirjrì-^re esistenti Indipendentemente to rVip lì osserva» essi non sarebbero «osservati» ma «creati» e ca- drebbero nello stesso dominio deirintuizione personale:-

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meni ma queste intuizioni sarebbero allora oggetto della scienza, come le « ppprp ri'arfe» Jv» il fpnnmpnn sì nppfe p p un da vari scienziati, indipendentemente gli uni dagli altri, cosa significa l’affermazione se non appunto che si fa una metafora per indicare le difficoltà inerenti alla descrizione e alla rappresentazione dei fenomeni stessi? Difficoltà che può spiegarsi: j^feon l’incapacità letteraria degli scienziati, didatticamente ìòinidllh descrivere e rappresentare i fenomeni macroscopici; 2j^con l’insufficienza del linguaggio comune, foggiato per i fenomeni macroscopici ; j£fcol relativamente piccolo sviluppo di queste scienze minimoscópiche, che attendono un ulteriore sviluppo dei loro metodi per essere comprese dai molti per comunicazione letteraria (e non per visione diretta sperimentale). Questa fase, transitoria, della scienza produce una forma di «sofistica » che richiama i classici sofismi di Achille e della tartaruga, del mucchio e del granello ecc., sofismi che rappresentarono tuttavia una fase nello sviluppo della filosofia e della logica. (Vedere nota precedente su stesso argomento: Borgese-Eddington ecc.)3. Cfr Quaderno 11 (xvm), pp. 49bis - sibis. 56 bis § 177). La realtà «oggettiva». Cosa significa «oggettivo»? Non significherà « umanamente oggetiivo » e non sarà | perciò anche umanamente «soggettivo»? L'oggettivo sarebbe allora Vuniversale soggettivo, cioè: il soggetto conosce oggettivamente in quanto la conoscenza è reale per tutto il genere umano storicamente unificato in un sistema Culturale unitario. T ^ lott-n-per Toggettività RflrpVtViP-qnmdj la Jotta per rnnifìrgzianp njl^irqlp del gpnprp nmonn; il processo di qnp- sta unificazione sarebbe il processo di oggettivazione del soggetto,