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xxVIIl) cenni sull’universo», come caricatura del titolo pedantesco e pretenzioso. §(144). Nozioni enciclopediche. Bibliografia. Reza- sco, Dizionario del linguaggio italiano storico e amministrativo, Firenze, 1881. (Non lo conosco. Vedere come compilato, di che tendenza politica ecc.; [lodato dairEinaudi]1). § ( 145 Carattere non popolare-nazionale della letteratura italiana. Consenso della nazione o degli « spiriti eletti». Cosa deve interessare di più un artista, il consenso all’opera sua della «nazione» o quello degli «spiriti eletti»? Ma può esserci separazione tra « spiriti eletti » e « nazione » ? Il fatto che laquistione sia stata posta e si continui a porre in questi termini, mostra per se stesso nna siinazionedeter- ìtnnata storicamente di distacco tra intellettuali e nazione. 1 Quaìisonopoi gli «spiriti» riputati «eletti»? Ogni scritto- re o artista ha i suoi «spiriti eletti», cioè si ha la realtà di una disgregazione degli intellettuali in combriccole e sette di «spiriti eletti», disgregazione che appunto dipende dalla non aderenza alla nazione-popolo, dal fatto che il «contenuto» sentimentale dell’arte, il mondo culturale è astratto dalle correnti profonde della vita popolare-nazionale, che essa stessa rimane disgregata e senza espressione. Qgni movimento intellettuale diventa o ridiventa nazionale se si è ve- rificata una «andata al popolo», se si è avuta una fase «Rinon « Riforma-Rinasci non coincidono o una inascimento» e se le rasi usseguono organicamente e oriche distinte (come in Italia,"in cui tra il movimento comunale [— riforma-] e quello del Ri- nascimento c’è stato un iato storico dal punto di vista della partecipazione popolare alla vita pubblica). Anche se si dovesse cominciare con lo scrivere «romanzi d’appendice» e versi da melodramma, senza un periodo di andata al popolo non c’è «Rinascimento» e non c’è letteratura nazionale.