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i93I'I932: (miscellanea) 1025 P«Italia che scrive» del marzo 10^2. Perché la letteratura. ^italiana contemporanea non ha quasi corso inJnghilterra: «Scarsa capacità di obiettiva narrazione e d’osservazione, egocentrismo morboso, antiquata ossessione erotica; ed insieme, caos linguistico e stilistico, pel quale molti nostri libri son scritti tuttora con torbido impressionismo lirico che infastidisce il lettore italiano e stordisce uno straniero. Centinaia di vocaboli usati dagli scrittori contemporanei non si trovano nei vocabolari e nessuno sa quello che significhino esattamente». «Sopratutto, forse, rappresentazione delPamore e della donna più o meno incomprensibile per gli anglo-sassoni, verismo provinciale semi-vernacolo, mancanza di unità linguistica e stilistica». «Occorrono libri di tipo europeo, non di trito verismo provinciale». «L’esperienza m’insegna che il lettore straniero (e probabilmente anche l’italiano) trova nei nostri libri spesso qualcosa di caotico, di urtante, di ripugnante quasi, inseritosi chissà come qua e là, in mezzo a pagine invece ammirevoli, rivelanti un ingegno solido e profondo». «Vi sono romanzi ^se, commedie riuscitissime state da due o tre pagimTda una scena, da qualche batt maparirdT'sconcertante volgarità, sciatteria, disgustosità; che-iuviiia LulLu». «... il tano rimane che un professore ita- lianô“alPêStetô non riesce, anche con la maggior buona volontà, a mettere insieme una dozzina di buoni libri italiani contemporanei, che non contengano qualche pagina disgustosa, discreditante, ( disastrosa ) per la nostra elementare dignità, penosamente triviale, che è meglio non metter sotto il naso di intelligenti lettori stranieri, ^aluni hanno il malvezzo di libri ante nome df " puritanismo " ; mentre invece si tratta solo 43 ^dovrebbe intervenire di più nel fatto letterario, e non essere solo un commerciante-industriale, funzionando da prima istanza «critica», special- mente per quanto riguarda la «socialità» del lavoro ecc.1.