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970 QUADERNO 8 ( XXVIII ) ne di abbinare il problema dei debiti europei con le necessità politico-strategiche degli Stati Uniti nel mar dei Carai- bi: domanda di cessione dei possedimenti europei nelle An- tille e anche di colonie africane. L’economista Stephen Lea- cok ha pubblicato nell’«Herald Tribune» un articolo dove scrive che la cessione del Congo sarebbe sufficiente a pagare l’intero debito di guerra: «Un gran sogno diverrebbe realtà. Sei generazioni fa, gli indigeni del Congo vennero in America trasportati come schiavi. Sono passate sei generazioni di storia, di lavoro, di lacrime ed ora milioni di lavoratori educati alle arti e alle scienze dell’uomo bianco, potrebbero tornare alla terra da cui partirono schiavi i loro antenati e potrebbero tornarvi liberi e civilizzati. Tutto questo non richiede altro che una nuova sistemazione delle riparazioni e dei debiti sulla base di compensi territoriali» \ § (48i^MachiaurUl -Il moderno PrincLàfc- Grande politica e pic- ^-eola politica. La grande politica abbraccia le quistioni connesse colla fondazione di nuovi Stati e colla lotta per la difesa e la conservazione di una determinata struttura sociale politica. La pìccola politica le quistioni parziali e quotidiane che si pongono nell’interno di una 19 struttura già stabilita per le lotte di preminenza | tra le diverse frazioni di una stessa classe politica. È grande politica pertanto il tentare di escludere la grande politica dalPambito della vita statale e di ridurre tutto a piccola politica. È invece da dilettanti porre le quistioni in modo tale che ogni elemento di piccola politica non può non diventare quistione di grande politica, di riorganizzazione statale. La politica internazionale ripresenta le due forme: 1) la grande politica per le quistioni che riguardano la statura relativa dei singoli Stati nei confronti reciproci; 2) la piccola politica le quistioni diplomatiche minute nell’interno di una organizzazione già consolidata. Il Machiavelli studia solo le quistioni di grande politica: creazione di nuovi Stati, conservazione e difesa delle nuove strutture: quistioni di dittatura e di egemonia su vasta scala, cioè su tutta l’area statale. Il Russo nei Prolegomeni fa del Principe il trattato della dittatura (momento dell’autorità e dell’individuo) e dei Discorsi quello dell’egemonia (momento dell’universale o della libertà) *. Ma anche nel Principe non mancano gli accenni al momento dell’egemonia o del consenso accanto a quello della autorità e della forza*, certo però l’osservazione è giusta. Cosi è giusta l’osservazione che non c’è opposizione di principio tra principato e repubblica, ma si tratta piuttosto della ipostasi ei due momenti di autorità e universalità. Cfr Quaderno 13 (xxx), p. 3 a.