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960 QUADERNO 8 ( XXVIII ) litische Geheimbünde (Casa ed, Amalthea, Vienna). Il Luzio incomincia col notare gli errori di lingua italiana contenuti nelle citazioni politiche del Lennhoff e altri errori più gravi (Mazzini confuso col gran maestro Mazzoni, p. 204 dei Freimaurer, e quindi fatto diventare gran maestro; ma si tratta di errore storico o di errore di stampa?). Come recensione del Lennhoff, Particolo del Luzio non vale nulla. Per le origini della Carboneria: opere deirAlberti sulle assemblee costituzionali italiane e sulla rivoluzione napoletana del 1820, edite dai Lincei; studi del Sbriga, «Risorgimento italiano» gennaio-marzo 1928, e articolo del Sòriga sulla Carboneria nel?Enciclopedia Treccani (v. Vili), libro del Luzio sulla Massoneria- In questo articolo il Luzio riporta dalle memorie inedite del generale Rossetti (di cui parla Guido Bustico nella «Nuova Antologia» del 1927) un rapporto del Rossetti stesso a Gioacchino Murat (del giugno 1814) in cui si parla dei primi tempi della Carboneria, che sarebbe stata conosciutissima in Francia, soprattutto nella Franca Contea, e a cui il Rossetti si sarebbe affiliato nel 1802, essendo di stanza a Gray. (Ma sono cose vaghe e che si perdono nella notte dei tempi, fra i fondatori della Carboneria sarebbe stato Francesco I ecc.). Secondo il Rossetti la Carboneria nel Reame di Napoli avrebbe cominciato a propagarsi nella provincia di Avellino nel 1811, estendendosi solo verso la metà del 1812 l. § (32). Risorgimento. Origini. Le quistioni «tendenziali» poste a proposito delle origini del moto nazionale del Risorgimento: 1) tesi francofila-democratica: il moto è dovuto alla rivoluzione francese, ciò che ha determinato l'altra tesi: 2) la rivoluzione francese col suo intervento nella penisola ha interrotto il movimento «veramente» nazionale, tesi che ha un doppio aspetto: quello gesuitico e quello mo- bis derato che si riferisce ai principi riformatori. Mai il | movimento riformatore era stato interrotto per la paura della rivoluzione francese, quindi: 3) la rivoluzione francese, col suo intervento, non interruppe il movimento indigeno, ma anzi ne rese possibile la ripresa e il compimento. Cfr Quaderno 9 (xiv), p. 75; e Quaderno 19 (x), p. 15.