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1930-1932*’ (miscellanea) 693 § ( 12 )mStatajisocietà regolata. Nelle nuove tendenze «giuridiche» rappresentare specialmente dai «Nuovi Studi» del Volpicelli e dello Spirito è da notare, come spunto critico iniziale, la confusione tra il concetto di Stato-classe e il concetto di società regolata. Questa confusione è special- mente notevole nella memoria ha libertà economica svolta dallo Spirito nella XIX Riunione'clelia Società per iTprô- resso delle Scienze tenuta a Bolzano nel settembre 1930^ stampata nei Finché” esiste «Nuovi Studi» del settembre-ottobre 1930 So Stato-classe non può esistere la società re7 golata, altro che per metafora, cioè solo nel senso che anche lo Stato-classe è una società regolata. Gli utopisti, in quanto esprimevano una critica della società esistente al loro tem- j po, comprendevano benissimo che lo Stato-classe non poteva essere la società regolata, tanto vero che nei tipi di società rappresentati dalle diverse utopie, s’introduce l’uguaglianza economica come base necessaria della riforma progettata: ora in questo gli utopisti non erano utopisti, ma concreti scienziati della politica' e critici congruenti. Il ca|rattere utopistico di alcuni di essi era dato dal fatto che ritenevano si potesse introdurre la uguaglianza economica con leggi arbitrarie, con un atto di volontà, ecc. Rimane però esatto il concetto, che si trova anche in altri scrittori di politica (anche di destra, cioè nei critici della democrazia, in quanto essa si serve del modello svizzero o danese per ritenere il sistema ragionevole in tutti i paesi) che non può esistere eguaglianza politica completa e perfetta senza egua- jglianza economica: negli scrittori del Seicento questo concetto si ritrova, per esempio, in Ludovico Zuccolo e nel suo ibro II Belluzzi2 e credo anche7n"MachiàVdll. Il Maurras ritiene che in Svizzera sia possibile quella certa forma di democrazia, appunto perché c’è una certa mediocrità delle fortune economiche3, ecc. La confusione di Stato-classe e Società regolata è propria delle classi medie e dei piccoli intellettuali, che sarebbero lieti di una qualsiasi regolarizzazione che impedisse le lotte acute e le catastrofi: è concezione tipicamente reazionaria e regressiva.