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780 QUADERNO 6 (vili) cosi Croce non capi, praticamente, quale potente influsso culturale (nel senso di modificare i quadri direttivi intellettuali) avrebbero avuto le passioni immediate di queste masse. Da questo punto di vista è da vedere la collaborazione del Croce alla «Politica» di F. Coppola1 (anche il De Rug- bis giero vi | collaborò nello stesso periodo)2: come mai il Croce, che aveva assunto un determinato atteggiamento verso Coppola e C. nel periodo 1914-15 con gli articoli delP« Italia Nostra » e della «Critica»3 (e il Coppola era specialmente preso di mira dalle noterelle di «Italia Nostra» scritte, mi pare, dal De Lollis)4 potè nel 1919-20 dare a questo gruppo Pappoggio della sua collaborazione, proprio con articoli in cui il sistema liberale era criticato e limitato? ecc. ecc. § (108). Letteratura popolare. Cfr il numero della «Cultura» del 1931 dedicato a Dostojevskij. In un articolo del Pozner 1 si sostiene giustamente che i romanzi di Dostojevskij sono derivati (culturalmente) dai romanzi tipo Sue, ecc. Questa «derivazione» è utile tener presente per svolgere questa rubrica sulla letteratura popolare in quanto mostra come un certo tipo «culturale» di letteratura (motivi, interessi morali, sensibilità [ideologia], ecc.) può avere una doppia espressione: quella meccanica (tipo Sue) e quella «lirica» (Dostojevskij); i contemporanei non si accorgono che si tratta di manifestazione deteriore per certe manifestazioni, come avvenne per il Sue che fu letto da tutte le classi e «commoveva» anche le persone di coltura mentre poi decadde a «scrittore letto dal popolo». (La «prima lettura» dà sensazioni puramente, o quasi, «culturali» o di contenuto e il «popolo» è lettore di prima lettura, per 1*«ideologia»). Su questo stesso argomento: Mario Praz, La carne, la morte e il diavolo nella letteratura romantica, in 160, pp. x-505, Milano-Roma, Soc. Ed. La Cultura, L. 40, e la recensione di L. F. Benedetto nel «Leonardo» del marzo 19312. Mi pare da questa recensione (il libro non l’ho letto) che il Praz non abbia fatto con esattezza la distinzione tra i vari gradi di cultura, onde alcune obbiezioni del Benedetto, che d'altronde non coglie il nesso esatto della questione storica. Cfr Quaderno 21 (xvn), pp. 36*37. §(109). Passato e presente. L'individuo e lo Stato. Come la situazione economica è mutata a «danno» del vecchio liberalismo: è vero che ogni cittadino conosce i suoi