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I930-I932: (miscellanea) 639 tradizione di torismo popolare (Disraeli, ecc.). Anche la storia dei partiti politici britannici riflette questo sviluppo: gli whigs erano aristocratici che lottavano contro i privilegi e i soprusi delia corona; i tories piccoli aristocratici popolareggianti: gli whigs sono diventati il partito degl’industriali, delle classi medie, mentre i tories sono diventati il partito della nobiltà, sempre popolareggiante. Dopo l’entrata in vigore, ormai irreparabile, delle grandi riforme vbigs, dopo cioè che l’industria ebbe completamente conformato lo Stato ai suoi interessi e bisogni, tra i due partiti ci fu scambio di personale, divennero ambedue interclassisti, ma i tories conservarono sempre una certa popolarità e la conservano ancora: gli operai, se non votano per il partito laburista, votano per i conservatori. In Francia si può parlare meno di classe media, perché c’è la tradizione politica e culturale del terzo stato, cioè del blocco tra borghesia e popolo. Gli anglicizzanti adoperano il termine nel senso inglese, ma altri l’adoperano nel senso italiano di « piccoli borghesi » e le due correnti si fondono creando talvolta confusione. In Italia, dove la aristocrazia guerriera è stata distrutta dai Comuni (distrutta fisicamente nella persona dei primi ghibellini) - eccetto che nell’Italia Meridionale e in Sicilia - mancando il concetto e la cosa | «classe alta», nell’uso corrente e politico, almeno - l’espressione classe media venne naturalmente a significare « piccola e media borghesia», e, negativamente, non popolo nel senso «non operai e contadini», quindi anche «intellettuali»; per molti anzi classe media indica proprio i ceti intellettuali, gli uomini di cultura (in senso lato, quindi anche gli impiegati [ma specialmente i professionisti]). Concetto di « signori » in Sardegna, di « galantuomini » e di « civili » nel Mezzogiorno e in Sicilia. Cfr Quaderno 26 (xii), pp. 9-10. §(120). Nazionalismo culturale cattolico. È la tendenza che più meraviglia nel leggere, per esempio, la « Civiltà Cattolica»: poiché, se essa divenisse realmente una [regola di] condotta, il cattolicismo stesso diverrebbe impossibile. L’incitamento ai filosofi italiani ad abbracciare il tomismo, perché S. Tommaso è nato in Italia e non perché in esso può trovarsi una migliore via per trovare la veritàcome potrebbe servire ai francesi o ai tedeschi? E non può diventare invece, per logica conseguenza, un incitamento a ogni nazione di cercare nella [sua] propria tradizione un archetipo intellettuale, un « maestro » di filosofia religiosa nazionale» cioè un incitamento a disgregare il Cattolicismo in tante chiese nazionali? Posto il principio, perché poi fissare 64° QUADERNO