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540 QUADERNO 5 (ix) lizzato il giovine clero, che non esitava a prestare il giuramento antimodernista, pur continuando ad essere modernista. (Ricordare gli ambienti torinesi dei preti e religiosi regolari — anche domenicani — prima della guerra). Da un articolo di padre Rosa nella «Civiltà Cattolica» del 21 luglio 1928 (Risposta ad «Una polemica senza onestà e senza legge»)1 tolgo alcune indicazioni: Monsignor Benigni continua ad avere una notevole organizzazione: a Parigi Récalde - Lue Verus - Simon (Lue Verus è uno pseudonimo collettivo degli «integrali») pubblicano una collezione intitolata Vérités. Il Rosa cita l’opuscolo Les découvertes du Jésuite Rósa, successeur de Von Gerlach, Paris, Linotypie G. Dosne, 20 Rue Turgot, 1928, che attribuisce al Benigni almeno per il materiale. I gesuiti sono accusati di essere « amici dei massoni e dei giudei », sono chiamati «demagoghi e rivoluzionari» ecc. A Roma il Benigni si serve dell’Agenzia Urbs o Romana e firma le sue pubblicazioni col nome di suo nipote Mataloni. Il bollettino romano del Benigni si intitolava «Veritas» (esce ancora?) Nel (28 stesso?) il Benigni ha pubblicato un opuscolo, Di fronte alla calunnia, di poche pagine, con documenti che concernono il Sodalizio Piano, opuscolo che è stato riprodotto in parte e difeso da due periodici catto- 2 lici, « Fede e Ragione » e | la « Liguria del Popolo » (di Genova). In passato il Benigni stampava una pubblicazione periodica, « Miscellanea [di storia ecclesiastica]». Buonaiuti e i modernisti. L’opuscolo Una polemica senza onestà e senza legge contro il padre Rosa è del Buonaiuti. Il padre Rosa parla del recente libro di Buonaiuti Le Modernisme catholique pubblicato nella collezione « Le Christianisme» diretta da P. L. Couchoud presso «les éditions Rieder» (è il n. 21 della collezione e costa 12 fr.)4: questo libro sarebbe interessante perché il Buonaiuti vi affermerebbe alcuni fatti che aveva sempre negato durante la polemica modernista. Il Buonaiuti fu autore della campagna modernistica del « Giornale d’Italia ». II Benigni organizzò il servizio stampa contro i modernisti al tempo dell’Enciclica Pa- scendi. Nelle [sue] «Ricerche religiose» (luglio 1928, p. 335) il Buonaiuti racconta un episodio caratteristico. Nel 1909 il modernista prof. Antonino De Stefano (attualmente prete spretato e professore d’Univer- sità) doveva pubblicare a Ginevra una «Revue moderniste internationale»; Buonaiuti gli scrive una lettera. A poche settimane di distanza è chiamato al Santo Uffizio. L’assessore del tempo, il domenicano Pasqualigo, gli contestò parola per parola la lettera al De Stefano. La lettera era stata trafugata a Ginevra: un emissario romano si era « traforato» in casa De Stefano. Naturalmente per Buonaiuti, Benigni è stato uno strumento e un complice dei gesuiti. (Buonaiuti però collaboré alla « Miscellanea » del Benigni nel 1904). Su questo argomento, Cattolici integrali, gesuiti, modernisti, che rappresentano le tre principali sezioni del cattolicismo politico, cioè 1930-