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1929-1930: primo quaderno | 35 |
posizione relativa? Essi sono sommersi, premuti, schiacciati dall’altra parte che è rurale, di tipo rurale, ed è la ❘25 grandissima maggioranza. Le città del «silenzio». In questo tipo di città esiste una unità «urbana» ideologica contro la campagna: c’è ancora l’odio e il disprezzo contro il «villano»: per reciproca c’è un’avversione «generica» della campagna contro la città. Questo fenomeno generale, che poi è molto complesso e si presenta in forme talvolta apparentemente contraddittorie, sarebbe da studiare nel corso del Risorgimento. Esempio tipico di apparenti contraddizioni è l’episodio della Repubblica partenopea del 1799: la campagna ha schiacciato la città con le orde del cardinal Ruffo, perché la città aveva completamente trascurato la campagna. Nel Risorgimento si verifica già embrionalmente il rapporto storico tra Nord e Sud come un rapporto simile a quello di una grande città a una grande campagna: essendo questo rapporto non già quello organico normale di provincia e capitale industriale, ma assumendo l’aspetto di un vasto territorio, si accentuano le colorazioni di contrasto nazionale*. Ciò che nel Risorgimento è specialmente notevole è il fatto che nelle crisi politiche il Sud ha l’iniziativa: 1799 Napoli — 20-21 Palermo — 47 Messina, 47-48 Napoli e Sicilia.
Altro fatto notevole è l’aspetto particolare che assume il movimento nell’Italia centrale, come una via di mezzo tra Nord e Sud: il periodo delle iniziative popolari (relativamente) va dal 1815 al 48 e culmina nella Repubblica Romana (le Romagne e la Lunigiana bisogna sempre congiungerle al Centro). Queste peculiarità hanno un riscontro anche in seguito: i fatti del giugno 1914 hanno avuto una forma particolare nel Centro (Romagna e Marche). La crisi del 94 in Sicilia e Lunigiana, col contraccolpo a Milano nel 98; 1919 nel Mezzogiorno e 1920 nel Settentrione. Questo relativo sincronismo mostra l’esistenza di una struttura economico-politica omogenea (relativamente) da una parte ❘25 bis e mostra come nei periodi di crisi, sia la parte più debole, periferica, a reagire per la prima.
La relazione di città e campagna tra Nord e Sud può essere studiata nelle diverse forme di cultura. Benedetto Croce e Giustino Fortunato sono a capo, nell’inizio di questo secolo, di un movimento culturale che si contrappone al movimento culturale del Nord (futurismo). È notevole il fatto che la Sicilia si stacca dal Mezzogiorno per molti rispetti: Crispi è l’uomo dell’industria settentrionale; Pirandello nelle linee generali è più vicino al futurismo; Gentile ed il suo idealismo attuale sono anch’essi più vicini al movimento futurista, inteso in senso largo, come opposizione al classicismo tradizionale, come forma di un «romanticismo» contemporaneo. Diversa struttra nel mezzogiorno domina ancora il tipo del «curiale» [o del paglietta], che pone a contatto la massa contadina con quella dei proprietari fondiari e con l'apparato statale; — nel Nord domina il tipo del «tecnico» d'officina che serve di collegamento tra la massa operaia e la classe capitalistica*; il collegamento tra massa operaia e Stato era dato dagli organizzatori sindacali e dai partiti politici, cioè da un ceto intellettuale completamente nuovo (l'at-