Pagina:Gramsci - Quaderni del carcere, Einaudi, I.djvu/399

QUADERNO 3 (xx) una massoneria moderata, tanto è grande lo spirito di sistema) lavoro di propaganda? «Dimostrare» che l'unità italiana è stata opera precipua dei moderati, cioè della dinastia, e legittimare storicamente il monopolio del potere: attraverso questa «dimostrazione» disgregare ideologicamente la democrazia, assorbirne gli elementi individualmente e educare le nuove generazioni intorno a loro, con le loro parole d’ordine, coi loro programmi. Nella loro propaganda essi sono senza scrupoli, mentre il Partito d’azione è pieno di scrupoli patriottici, nazionali ecc. I moderati non riconoscono una forza collettiva agente nel Risorgimento all’infuori della dinastia e dei moderati: riconoscono solo individualità singole, che vengono esaltate per cattu- 66 rarle o diffamate per spezzare | il vincolo collettivo. In realtà il Partito d’azione non seppe contrapporre nulla di efficace a questa propaganda: lamentazioni o sfoghi cosi apertamente settarii che non potevano impressionare l’uomo della strada, cioè convincere le nuove generazioni. Così il Partito d’azione fu disgregato e la democrazia borghese non riuscì ad avere mai una base nazionale. In un certo periodo, tutte le forze della democrazia si allearono e la Massoneria divenne il perno di questa alleanza: è questo un periodo ben determinato nella storia della Massoneria che finì con lo svilupparsi delle forze operaie. La Massoneria divenne il bersaglio dei moderati, che evidentemente speravano di conquistare così una parte delle forze cattoliche specialmente giovanili: in realtà i moderati valorizzarono le forze cattoliche controllate dal Vaticano e la formazione dello Stato italiano e della coscienza laica nazionale ne subì fieri contraccolpi come si vide in seguito. (Studiare bene questa serie di osservazioni). Cfr Quaderno ip (x), pp. 135-39. § {126). La formazione delle classi colte italiane e la loro funzione cosmopolita. Studiare l’origine, la formazione, lo sviluppo, la ragion d’essere ecc. della così detta «lingua franca» neU’oriente mediterraneo. § ( 127). Il Risorgimento. L’immagine dell’Italia come di un carciofo di cui le foglie si mangiano una a una, che viene attribuita a Vittorio Emanuele II (e d’altronde l’attribuzione non sarebbe contraria al suo carattere), secondo Amerigo Scarlatti («L’Italia che scrive», febbraio 1928)1 è di Vittorio Amedeo II, come risulta dal Voyage d’Italie del Misson, stampato all’Aia nel 1703. (Ricordare la frase di Vittorio Emanuele II citata dal Martini)2. Cfr Quaderno 19 (x), p. 130. § ( 128 ). Machiavelli ed Emanuele Filiberto. Nel volume miscellaneo su Emanuele Filiberto pubblicato nel 1928