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3ï8 QUADERNO 3 (XX) essere anche «Riforma e Rinascimento» e che potrebbe prendere lo spunto dalle pubblicazioni avvenute dal 20 al 25 intorno appunto a questo argomento: «della necessità che in Italia abbia luogo una riforma intellettuale e morale» legata alla critica del Risorgimento come «conquista regia» e non movimento popolare per opera di Gobetti, Missiroli e Dorso \ (Ricordare l’articolo di Ansaldo nel «Lavoro» di Genova contro Dorso e contro me)2. Perché in questo periodo si pose questo problema? Esso scaturiva dagli avvenimenti... (Episodio comico: articoli di Mazzali in «Con- scientia» di Gangale in cui si ricorreva ad Engels)3. Precedente storico nel saggio di Masaryk sulla Russia (nel 1925 tradotto in italiano dal Lo Gatto): il Masaryk poneva la de- bìs bolezza politica del popolo ] russo nel fatto che in Russia non c’era stata la Riforma religiosa4. § (41). I nipotini di padre Bresciani. Sarebbe certo ingiusto volere che ogni anno o anche ogni dieci anni la letteratura di un paese abbia un Promessi Sposi, o un Sepolcri ecc. ecc. Ma appunto perciò la critica che si può fare di queste epoche è una critica di « cultura », una critica di « tendenza ». £ vero che in certi periodi le quhtioni pratiche assorbono tutte le intelligenze per la loro risoluzione (in un certo senso, tutte le forze umane vengono concentrate nel lavoro strutturale e non ancora si può parlare di superstrutture: gli americani addirittura, secondo ciò che scrive il Cambon nella prefazione alla traduzione francese dell’autobiografia di Ford \ hanno creato da ciò una teorìa) sicché sarebbe «poesia» cioè «creazione» solo quella economico-pra- tica: ma di ciò si tratta appunto: che ci sia una creazione, in ogni caso, e d’altronde si potrebbe domandare come mai questa opera «creativa » economico-pratica, in quanto esalta le forze vitali, le energie, le volontà, gli entusiasmi, non assuma anche forme letterarie che la celebrino. In verità ciò non avviene: le forze non sono espansive, ma puramente repressive e si badi, puramente e totalmente repressive, non solo della parte avversa, ciò che sarebbe naturale, ma della propria parte, ciò che appunto è tipico e dà a queste forze il carattere repressivo. Ogni innovazione è repressiva per i suoi avversari, ma scatena forze latenti nella società, le potenzia, le esalta, è quindi espansiva. Le restaurazioni sono universalmente repressive: creano appunto i «padri Bresciani», la letteratura alla padre Bresciani. La psicologia che (ha) preceduto queste innovazioni è il «panico», la paura comica 23 di forze demoniache che I non si comprendono e non si possono controllare. Il ricordo di questo «panico» perdura per lungo tempo e dirige le volontà e i sentimenti: la libertà creatrice è sparita, rimane l’astio, lo spirito di vendetta, l’accecamento balordo. Tutto diventa