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1930: (miscellanea) 297 berta» ciò che è oggi «necessità». Questo criterio che le prime reazioni intellettuali e morali allo stabilirsi di un nuovo metodo produttivo sono dovute più ai detriti delle vecchie classi in isfacelo che alle nuove classi il cui destino è legato ai nuovi metodi, mi pare di estrema importanza. Un’altra quistione è che non si tratta di una nuova civiltà, perché non muta il carattere delle classi fondamentali, ma di un prolungamento ed intensificazione della civiltà europea, che ha però assunto determinati caratteri neH’ambiente americano. L’osservazione del Pi- randello sulla opposizione che l’americanismo trova a Parigi e sull’accoglienza immediata che trova invece a Berlino, prova appunto la non differenza di qualità, ma di grado. A Berlino le classi medie erano state già rovinate dalla guerra e dall’inflazione e l’industria germanica era di un grado superiore a quella francese. Le classi medie | francesi invece non subirono né le crisi (occasionali) come l’inflazione 8 bis tedesca, né una crisi organica molto più rapida della normale per l’introduzione e la diffusione (improvvisa) di un nuovo metodo di produzione. Perciò è giusto che l'americanismo a Parigi sia come un belletto, una superficiale moda straniera. Cfr Quaderno 22 (v), pp. 50-53. §(12). David Lazzaretti. Un articolo di Domenico Bulferetti David Lazzaretti e due milanesi, nella «Fiera Letteraria» del 26 agosto 1928, ricorda alcuni elementi della vita e della formazione di David Lazzaretti; Andrea Verga, David Lazzaretti e la pazzia sensoria (Milano, Rechiedei, 1880); Cesare Lombroso, Pazzi e anormali (questo era il costume del tempo: invece di studiare le origini di un fatto storico, si trovava che il protagonista era un pazzo); una Storia di David Lazzaretti Profeta di Arcidosso fu pubblicata a Siena nel 1905 da uno dei maggiori discepoli del Lazzaretti, l’ex-frate filippino Filippo Imperiuzzi: altre scritture apologetiche esistono, ma, questa è la più notevole secondo il Bulferetti; libri di Giacomo Barzellotti, ia e 2“ ed. David Lazzaretti presso Zanichelli e Monte Amiata e il suo Profeta (ed. Treves) che è il precedente assai modificato Il Bulferetti crede che il Barzellotti abbia sostenuto che le cause del movimento lazzarettista sono « tutte particolari e dovute solo allo stato d’animo e di coltura di quella gente là» solo «un po’ per naturale amore ai bei luoghi nativi (Î) e un po’ per suggestione delle teorie di Ippolito Taine». A me pare che il libro del Barzellotti, che ha formato l’opinione pubblica sul Lazzaretti, sia nient’altro che una manifestazione della tendenza «patriottica» (per amor di patria!) e che portava a cercare di nascondere le cause di malessere generale che esistevano in Italia, dando dei singoli episodi di esplosione di questo malessere spiegazioni restrittive, individuali, patologiche ecc. Ciò che è avvenuto per il «brigantaggio» meridionale e siciliano è avvenuto per Davide Lazzaretti. I politici non si sono occupati 1 del fatto che 9 la sua uccisione è stata di una crudeltà feroce e freddamente preme-