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1930: (miscellanea) 287 mostrare che summum jus, summa injuria. Il Frank non è un giovane che voglia fare dei paradossi: ha cinquantanni ed è stata pubblicata una antologia di suoi racconti di storia tedesca per le scuole. Uomo di forti convinzioni. Combatte il diritto romano, la dura lex, e non già questa o quest’altra legge inumana e antiquata, ma la stessa nozione di norma giuridica, quella di una giustizia astratta che generalizza e codifica, definisce il delitto e pronunzia la sanzione Questo di Hans Frank non è un caso individuale: è il sintomo di uno stato d’animo. Un difensore dell’Occidente potrebbe vedere in ciò la rivolta del « disordine tedesco » contro l’ordine latino, dell’anarchia sentimentale contro la regola deH'intelIigenza. Ma gli autori tedeschi l’intendono piuttosto come la restaurazione di un ordine naturale sulle rovine d’un ordine artificioso. Di nuovo l’esame personale si oppone al principio d’autorità, che viene attaccato in tutte le sue forme: dogma religioso, potere monarchico, | inse- ^ gnamento ufficiale, stato militare, legame coniugale, prestigio paterno, e soprattutto la giustizia che protegge queste istituzioni caduche, che non è che coercizione, compressione, deformazione arbitraria della vita pubblica e della natura umana. L’uomo è infelice e cattivo finché è incatenato dalla legge, dal costume, dalle idee ricevute. Bisogna liberarlo per salvarlo. La virtù creatrice della distruzione è diventata un articolo di fede. Stefan Zweig, H. Mann, Remarque, Glaeser, Leonhard Frank... 2) Leonhard Frank, La ragione: l’eroe assassina il suo exprofessore, perché questi gli aveva sfigurato l’anima: l’autore sostiene l’innocenza dell’uccisore. 3) Franz Werfel: in un romanzo sostiene che non l’assassino è colpevole, ma la vittima: non c’è in lui niente del Quincey: c’è un atto morale. Un padre, generale imperioso e brutale, spezza la vita del figlio facendone un soldato senza vocazione: non commette un delitto di lesa umanità? Deve essere immolato come due volte usurpatore: come capo e come padre. Nasce cosi il motivo del parricidio e la sua apologia, l’assoluzione di Oreste, non in nome della pietà per la colpa tra- 1