Pagina:Gramsci - Quaderni del carcere, Einaudi, I.djvu/268

1929-1933: MISCELLANEA I 261 cipato alle guerre d'Africa. Diventa capo dello Stato Maggiore il 27 luglio 1914. Ignoto al gran pubblico, «con un alone di rispetto senza effusione nel ceto dei militari»3. (L'accenno alla Memoria di Cadorna pubblicata nelle Altre pagine sulla grande guerra4 è ingenuo e gesuitesco) Il piano strategico «contemplava due possibilità egualmente ragionevoli: offensiva su la fronte Giulia e difensiva sul Trentino, o viceversa? Egli si attenne alla prima soluzione» s. (Perché | ugualmente ragionevoli? Non era la stes- 139 sa cosa: l'offensiva vittoriosa nel Trentino portava la guerra in piena tedescheria, cioè avrebbe galvanizzato la resistenza germanica e determinato «subito» lo scontro tra Italiani e Tedeschi di Guglielmo; l'offensiva vittoriosa sulla fronte giulia avrebbe invece portato la guerra nei paesi slavi e, appoggiata da una politica delle nazionalità avrebbe permesso di disgregare l'esercito austriaco. Ma il governo era contrario alla politica delle nazionalità e non voleva urtare la Germania, alla quale non aveva dichiarato la guerra: cosi la scelta di Cadorna - scelta relativa, come si vede, per l’equivoca posizione verso la Germania - mentre poteva essere politicamente ottima, divenne pessima; le truppe slave videro nella guerra una guerra nazionale di difesa delle loro terre da un invasore straniero e l'esercito austriaco si rinsaldò). Cadorna (era) un burocratico della strategia; quando aveva fatto le sue ipotesi «logiche», dava torto alla realtà e si rifiutava di prenderla in considerazione. Caporetto: dalle Memorie di Cadorna appare che egli era da qualche tempo informato, prima di Caporetto, che il morale delle truppe era infiacchito. (E in questo punto bisogna collocare una sua particolare attività «politica», molto pericolosa: egli non cerca di rendersi conto se occorre mutare qualcosa nel governo politico dell’esercito, se cioè l’infiacchimento morale delle truppe non sia dovuto al comando militare, egli non sa esercitare l'autocritica; è persuaso che il fatto dipende dal governo civile, dal modo con cui è governato il paese, e domanda misure reazionarie, domanda repressioni, ecc. Nel paese trapela qualcosa di questa sua attività «politica» e gli articoli della «Stampa» sono l'espres- 262 QUADERNO