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64 parte prima — cap. x


-no. Esempii: sovrán-o, umán-o, piáno, mán-o; serèn-o, frèn-o, pièn-o; vicín-o, chín-o, vín-o: perdón-o, buòn-o, dón-o. I nomi in úno comunemente non si troncano, eccettuato il pronome ún-o, e i suoi composti. In verso però si possono troncare con discrezione, specialmente se non sieno dissillabi. P. es. digiún-o, prún-o.

Anche i dissillabi sán-o, e ván-o in prosa non si sogliono troncare.

-nio si tronca solo in alcune parole: demòn-io, Antòn-io.


§ 6. -ne tanto nei maschili come ne’ femminili. Esempi: cán-e, pán-e; bèn-e; sermón-e, bastón-e, religión-e, opinión-e, ragión-e; vèrgin-e, orígin-e, testúggin-e, vorágin-e. È però da osservare che in prosa difficilmente si troncano le voci che, come queste, siano accentate sulla terz’ultima:

-ni si tronca talvolta in domán-i. Di rado in prosa, e frequentemente in verso ne’ nomi plurali. P. e. i vulcán-i, cán-i:
-nno si tronca soltanto nella parola antiquata dòn-no. P. es. Dòn Giovánni: in verso si tronca pònno voce poetica per pòssono.


§ 7. -re. Esempii: limitár-e, altár-e, már-e; piacèr-e; dolór-e. Non si sogliono troncare, in prosa, le parole coll’accento sulla terzultima, come Tèver-e, gèner-e, cèner-e:

-ro non si tronca negli aggettivi, eccettuati leggièr-o, pòver-o, ma quest’ultimo davanti a parola che cominci per vocale. P. es. pòver uòmo. In verso -èro si tronca spesso: p. es. austèr-o, intiér-o, altièr-o, fièr-o, míser-o. Di rado si troncano in prosa i pronomi