Pagina:Grammatica italiana, Fornaciari.djvu/91


57


CAPITOLO IX

L’accento come segno grafico.


§ 1. L’accento può essere scritto in tre modi (vedi cap. i, § 4), dei quali quello che dicesi accento grave (`) si usa scriverlo sull’ultima sillaba, e quello che dicesi accento acuto (´) sulle sillabe precedenti. Il circonflesso (^) si scrive soltanto alcune volte sopra i in fine di parola, per indicare che un’altra i è sparita.

L’accento in italiano, per regola generale, non si segna che sulla vocale finale delle parole, quando sopra di essa cada l’appoggiatura della voce.

Se l’appoggiatura della voce cade sopra altra sillaba, per regola generale non vi si segna accento. E però è necessario valersi o del parlar vivo toscano, o de’ vocabolarii di pronunzia, per imparare su qual sillaba debba appoggiarsi la voce.


§ 2. L’accento (grave) si segna pertanto sulla vocale finale delle parole polisillabe, quando sopra di essa cade l’appoggiatura della voce. Esempii: bontà, virtù, mercé; amò, udì, temé; amerò, udirò, temerò; costà; tribù, Corfù.

Noi nell’esemplificazione di questa Grammatica ci dipartiamo dalla regola, soltanto per e ed o di suono stretto, sulle quali segnamo sempre l’acuto. Vedi cap. i, § 7.