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incontro di più vocali ecc. 37

nére, rimanére, coi presenti poetici vègno, tègno, rimágno, e col nome ritégno; (lat. -neo o -nio).

Notisi che l’ammollimento di queste lettere, specialmente se raddoppiate, può avvenire anche senza l’iato. P. es. égli da elli: quegli più usato di quélli; e presso gli antichi si trova capegli per capelli, ed altre forme simili. Così spiegasi come al plurale di tali voci l sia talvolta sparita, onde le forme éi per égli, quéi, per quégli; capéi, animái, tái, quái da animáli (-gli), táli (-gli), quáli (-gli). Lo stesso procedimento si nota in svègliere poet. accanto a svèllere, e tògliere da tòllere, forma latina che si trova nel verso; e per assimilazione in sciògliere da sòlvere poet. Di n abbiamo esempi in gnudo per nudo; ógni confrontato col lat. omnis; e in qualche altra voce.


§ 13. Non importa dire che parecchie voci anche qui conservarono l’iato, senza fare l’ammollimento. P. es. Itália (e non Itáglia), bália, pállio, calúnnia (e non calúgna).

Nelle voci negligènte, Ánglia, geroglífico e in poche altre d’origine greca, gli non è effetto dell’ammollimento di l; e perciò deve pronunciarsi con g gutturale separata dal suono l:

l ed n ammollite si potrebbero scrivere ed ñ. (Vedi capitolo iv, § 22).


§ 14. Dinanzi ad o ed a (nei presenti de’ verbi) invece dell’ammollimento di l ed n, si ebbe spesso l’indurimento di i in j e quindi in g: da dolére, valére, salíre, tògliere, cògliere, ecc. i presenti più usitati sono dòlgo, válgo, sálgo, sálga, tòlgo, tòlga, colgo (da doleo, dolio, ecc.); e così da veníre, tenére, rimanére, ecc. si usano i presenti vèngo, tèngo, rimángo, rimánga (da vènio, ecc.) essendo restate, per lo più, alla poesia le forme coll’ammollimento dòglio, váglio, ságlio; vègno, tègno, rimágno, ecc.


§ 15. Dopo c (-ceo, -cio) l’iato produsse le doppie forme con ,c,c o con zz. Ciò si vede nei suffissi -áccio, -òccio, -úccio che si scambiano o si scambiarono con -ázzo, -òzzo, -úzzo. P. es. amoráccio, amorázzo; popoláccio, popolázzo; fanciullòccia, fanciullòzza; campanúccio, campanúzzo, e moltissimi altri:

dopo z, molte volte i scomparve, onde si ebbero le forme con doppia z, giustèzza, avarèzza, ecc. spázzo, accanto alle forme oggi usate in div. senso, giustízia, avarízia, spázio, ecc.

Affatto antiquati sono i latinismi constánzia, presènzia e sim. accanto alle forme regolari costánza, presènza, ecc.