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CAPITOLO IX

Composizione di nomi e di verbi fra loro.


§ 1. Sostantivi: l’uno (di regola il secondo) determina l’altro, quasi come fa l’aggettivo: p. es. arco-baléno, cassa-pánca, cann-occhiále, madre-pèrla, cavol-fióre, sal-nítro, capo-maéstro, archi-tráve; ovvero l’uno dipende dall’altro come se ci fosse di mezzo la prep. di: il secondo dal primo, p. es. acqua-víte, carta-pècora, favo-mèle, fini-móndo, mappa-móndo, capo-lètto, capo-lavóro, capo-vèrso, capo-pòpolo, capo-squádra, capo-cáccia, capo-clásse, capo-fíla: il primo dal secondo; capo-gíro, man-rovèscio, ragna-télo, notte-tèmpo, ferro-vía (neologismo), Marte-, Giove-, Vener-. Avverbii: capo-piède, capo-rovèscio.

Talora di è espresso; come in pomodòro (pomo d’oro).


§ 2. Sostantivi con aggettivi: l’aggettivo serve d’attributo al sostantivo che ora precede, p. es. gran-túrco, carta-pésta, mal-cadúco, pan-grattáto, pelle-róssa, barba-róssa, gamba-lúnga; ora segue, p. es. mal-ánno, mezzo-giórno, mezzo-, valent-uòmo, gentil-dònna, mal-óra, mal-èrba, mal-umóre, bell-imbústo, gran-dúca, buona-máno, falsa-ríga, va-