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CAPITOLO XXX
La congiunzione.
§ 1. La congiunzione è quella parola indeclinabile, che segna le relazioni fra proposizioni espresse od implicite, e così rende sensibile il procedimento logico del pensiero.
§ 2. Ragionare consiste nel paragonare insieme più proposizioni deducendone altre da quelle: or questi avvicinamenti e queste deduzioni sono appunto espressi sensibilmente dalle congiunzioni. In una stessa proposizione poi vi possono essere implicite, cioè racchiuse e brevemente accennate, altre proposizioni, il che accade tutte le volte che il soggetto, od il verbo o l’oggetto od i loro compimenti siano più d’uno solo, come chi dicesse Dío e la natúra esístono dove sono racchiuse due proposizioni Dío esíste, la natúra esíste; ovvero Piètro stúdia, ma non impára, dove parimente stanno racchiuse le proposizioni Piètro stúdia, Piètro non impára, ecc. (queste si dicono proposizioni composte). Ora spetta alla congiunzione di render sensibile tanto il passaggio da una proposizione esplicita ad una implicita, quanto il passaggio da una ad un’altra delle esplicite.
§ 3. Fra le congiunzioni bisogna distinguere quelle semplici e primitive o, come altri le chiamano, proprie; gli avverbii e preposizioni usate come congiunzioni; e finalmente le frasi o costrutti che servono pur essi da congiunzioni. Le primitive o fondamentali sono le seguenti, che prendono il nome dall’ufficio a cui servono:
é, éd (né = e non) | copulativa |
ó, od | disgiuntiva o alternativa |