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210 parte seconda — cap. xxvii

la terza plurale senza soggetto, specialmente con verbi indicanti una voce o una opinione pubblica: dícono, crèdono, vògliono, ecc. Parlando usiamo díce per si díce: díce che è scoppiáta la pèste; e in molti casi adoprasi in senso presso a poco uguale la prima persona plurale, p. es. quándo siámo buòni, ci sentiámo felíci.


§ 7. Anche la forma passiva con èssere (vedi qui addietro, cap. xxvi) può farsi impersonale, p. es. è détto, fu credúto, èra státo comandáto, fósse proibíto, ecc. equivalenti agli impersonali con si: si díce, si credètte, si èra comandáto, si proibísse, ecc.

L’infinito dei verbi usati impersonalmente rende impersonale il verbo da cui dipende; p. es. vuol piovere, dève parère, può piacére, ecc.


§ 8. I verbi riflessivi o reciproci non possono usarsi impersonalmente, perchè facendolo, bisognerebbe ripetere due volte la particella si. P. es. da báttersi, pentírsi, vergognársi non si può fare si si bátte, nè si si vergógna, ma conviene dire úno si bátte; ovvero ci battiámo; alcúno si vergógna e sim.

Il popolo fa l’impersonale di tali verbi premettendo loro la particella plurale ci: p. es. ci si bátte, ci si pènte, ci si vergógna; oggi ci si vedrà invece di ci vedremo, modi da tenersi come erronei.


§ 9. Essendo gl’impersonali di lor natura intransitivi, usano ne’ tempi composti l’ausiliare èssere. Esempii: è piovúto, èra grandináto, sarà tonáto, ecc. è accadúto, fósse convenúto, sarà dispiaciúto.

Si eccettuano le frasi dov’entra il verbo fáre, che prendono l’ausiliare avére; p. es. ha fátto cáldo; ha fátto mestièri.

Anche i verbi indicanti fenomeni e vicissitudini atmosferiche prendono talvolta l’ausiliare avére; p. es. oggi ha tonáto; avea piovúto; avesse lampeggiáto, ecc.