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quarta e quinta declinazione de’ nomi | 91 |
ma alla terza. Sono pure maschili tutti gli infiniti quando si usano come nomi. P. es. il mangiáre, il bére, il dormíre:
-óre. P. es. dolóre, bevitóre, pastóre, onóre. Ma fólgore voce sdrucciola è di genere comune:
§ 3. -óne. P. es. padróne, bastóne, ragazzóne. Si eccettuano canzóne, tenzóne femminili, e molti nomi in ióne, di cui vedi più sotto:
-ále. P. es. canále, occhiále, messále. Si eccettuano capitále (città), cambiále, morále, decretále, vestále, che sono di genere femminile:
-ice senza accento. P. es. oréfice, giúdice. Si eccettua pómice femminile:
-íle. P. es. fucíle, sedíle, apríle. Si eccettua bíle femminile.
§ 4. -áme, -íme, -úme, in senso collettivo. P. es. bestiáme, concíme, legúme:
-ánte, -ènte di natura participiale. P. es. aiutánte, accidènte, istánte. Si eccettuano sorgènte, patènte, corrènte, tangènte, femminili. Fánte, quando vale sèrva, è di genere femminile:
-ónte. P. es. pónte, mónte. Si eccettuano fónte e frónte per lo più femminili.
§ 5. Sono femminili i nomi terminati in
-íce (coll’accento sull’i). P. es. radíce, corníce:
-áte, -ete, -íte, -ote, -úte; -áde, -ède, -íde, -òde, -úde. P. es. séte, malachíte, dòte, cúte, sède, veritáte poet. Si eccettuano fráte, primáte, prète, sacerdòte, piède, ed altri che sono maschili; palúde o padúle che è di genere comune:
-ine (senz’accento). P. es. vérgine, orígine. Si eccettuano abdòmine, árgine, cárdine, cèrcine, ín-