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70 I • Fattala sopra un pallafren montare^ a casa la sì menò. B. 2. Nel mettere il giogo alle Germanie^ che già per tante vittorie £o sì accollasHmo « fu impedito. Dav«  3, Tiberio Cesare impesti di quel regno Tigrane 9 77- berio Nerone lo ri condusse. Dav. Questi esempj dimostrano che i pronomi /o, /a, //, /e, ne^ si possono ancbe mettere avanti ai nomi perso- nali mi^ tif ci^ 9i^ si; e in tal caso questi non mutano Vi in e. Il Boccaccio mi par che faccia quasi più uso di questo che dell* altro modo. Io giudico che la forma la si^ lo 1;/, lo si^ sia più gentilesca che se la^ oe lo^ se loj e che per ciò domandi essere adoperata di rado. I • Ma dimmi^ ti sei tu spesso adirato ? B. 2« Deh^ sfattene per lo tuo migliore ! B, 3. Farottelo fare che sa- rà bello e di buon peso. F. 4* Emmi com^enuto mangiare al buio. B. 5. Etti egli uscito di mente C a^re dama- ne ecc. ? B. 6. Deh^ vammi per la mia fante ^ e fa sì cK ella possa qua su a me %fenire* B. Se una delie particelle m/, ti^ ci; melOf tene^ etc. 9 Tien messa dopo un yerbo, alFimperativo di una sola silla- ba, come di^ va^ o dopo qualunque altra forma del verbo, d*una sola sillaba, o che abbia Taccento su Tultima voca- le, come è, farò^ si raddoppia la consonante del nome per- sonale. Si noti che mi del quarto esempio sta dopo il verbo perchè l’Autore ve V ha voluto mettere ; ma nel quinto vi debbe essere; perchè, anche nell’indicativo e nel con- dizionale, i nomi personali si debbono porre dopo il verbo quando s* interroga, cosi per V agente come per il dativo. Il dativo mi compreso in vammi del sesto esem- pio contiene una intera proposizione ; e il senso pieno