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66 gire^ in quella incapparono. B. 5. Fattosi y^nire una ccp- pa ctoro^ la mandò alla figliuola. B. 6. Io sento trarmm a riiPa. P. 7. ybi Mi POTETE torre quanto io tengo. B. Le particelle mij ti^ ci^ p<, sif sono poste dopo il verbo e giunte con esso in tre modi; neir imperativo, nelP infinito, e ne* participj. L* imperativo è eccettualo quando è accompagnato dalla negazione , come mostra il secondo esempio. Ali* infinito, quando riceve una di quelle particelle dopo di se, si toglie un* e finale e anche una r, se ve ne son due, come nel sesto esempio. Dall* ultimo si scorge che se un altro verbo precede e governa 1* infinito , il nome personale sta meglio prima del verbo reggente, che dopo Tinfinito. Per conseguenza, negli nitri tre modi, neirindica- tìvo , nel condizionale, e nel congiuntivo, queste particelle precedono il verbo, e sono disgiunte da esso. I • Stamane mi ha fatto motto tale^ e tale mi ha riso in bocca^ e inchinatomi , che un mese fa faceva insta di son Mi rEi^EEE* G. 3. Ancor che tu sappi che io lo so^ io ho sem^ pre finto di non mi essere accorto. F. Non solo neir imperativo, ma nell* infinito e ne* par- ticipi ^^ P*'^ porre il nome personale avanti al verbo 9 come si trova in tutti i classici spesso usato ; ma per 1* imperativo egli è d* obbligo. I • Sposò la giovane^ e con gran festa se ia menò a casa. B. 2. VienTENE meco^ io ti farò sedere ogni cosa. F. 3. Me ne domandate ? E chi smoi ch^ io ne domandi? F. 4« Ohimèl Mi muoioì io non sono uso a patire simili trawL^ gli. F. 5. /o Mi viH) air antica^ e lascio correre due soldi per s^entiepiattro denari. B.